Il Comune dichiara “guerra” all’impianto di rifiuti che dovrebbe sorgere in contrada Vallone-Monaco, a due passi dall’ex discarica comunale da anni oramai dismessa. Dopo aver dato il diniego sulla Via, la valutazione di impatto ambientale, i tecnici dell’ufficio Ambiente hanno dato parere negativo anche all’Aia, l’autorizzazione integrata ambientale. Ad essere emerse, a parere degli addetti ai lavori del municipio, una serie di carenze documentali e progettuali che determinano lo stop alla costruzione di un impianto per la produzione di biometano alimentato dal biogas ottenuto dalla digestione anaerobica della biomassa. Stiamo parlando di una struttura, che realizzerebbe la ditta Asja e su cui c’è un’istruttoria avviata dall’assessorato regionale dell’Energia e dei Servizi di pubblica utilità, che dovrebbe produrre energia utilizzando il metano prodotto dalla frazione umida dei rifiuti. Può trattare fino a quasi 150 mila tonnellate pari ad un fabbisogno superiore all’intera provincia di Trapani. Tante le carenze documentali che sono stati rilevate dal Comune e tra queste: non è riportato alcuno scenario di rischio per la mitigazione o prevenzione in caso di incendi o altri incidenti; contrariamente a quanto asserito negli elaborati progettuali la zona dove dovrebbe sorgere l’impianto non è dotata di fognatura pubblica; non è indicato l’impatto paesaggistico dell’impianto; la planimetria delle strade di accesso all’impianto non mostra alcuna misura per gestire ingressi e uscite dei camion. Secondo quanto si evince dagli elaborati progettuali, entrando nello specifico, l’impianto di produzione di biometano tratterebbe 120 mila tonnellate all’anno di biomassa corrispondenti a circa 385 tonnellate al giorno, cui sono da aggiungere altre 25.500 tonnellate all’anno di materiale ligneo cellulosico. Questo vuol dire che in contrada Vallone-Monaco si registrerà un notevole afflusso veicolare per scaricare i rifiuti: “A questo proposito – evidenzia il Comune nel suo parere negativo – l’impatto sulla qualità dell’aria dovuto al movimento dei camion non viene affrontato ed in particolare, precisato che già esiste un grosso flusso veicolare, l’inquinamento da gas di scarico prodotto dal traffico veicolare indotto dal nuovo impianto si somma in maniera nociva a quello già presente e che già desta preoccupazione”. Il Comune quindi, nel negare l’autorizzazione per ciò che concerne il proprio parere, non le manda a dire alla Regione: “Le riportate carenze documentali – scrivono il sindaco Surdi e la dirigente della Direzione IV Servizi ambientali, Anna Parrino – avrebbero dovuto indurre questo ufficio regionale a non avviare il procedimento in un caso così delicato di impatti derivanti dalla fase di combustione, con le innumerevoli ripercussioni sotto il profilo ambientale e sociale, ritenendo che l’ubicazione del sito non sia compatibile con l’attività che verrà posta in essere”.