Sono oramai ridotte al lumicino. Ne rimangono meno di una decina. Le attività commerciali ad Alcamo Marina sono divenute delle vere e proprie mosche bianche. Un numero che diminuisce ancora fra quelle che rimangono aperte tutto l’anno. Tre ristoranti-pizzerie, un hotel, un bar pasticceria e nient’altro. Attività che riescono a sbarcare il lunario nei mesi estivi, senza numeri da capogiro. Infatti la costante crescita turistica di Castellammare e Balestrate ha in pratica desertificato anche le serate estive ad Alcamo Marina. Le cose, poi, in inverno precipitano.
Ristoranti, pizzerie e bar, però, pagano tributi comunali la tari sui rifiuti e l’IMU, in base alla superficie dei rispettivi locali e al loro valore. Per intenderci mediamente un’attività versa alle casse comunali più di 10.000 l’anno. Impossibile sopravvivere e non accumulare ritardi nel pagamento delle imposte comunali. Parlando della ristorazione, le attività di Alcamo Marina durante l’inverno, quando va bene, fra sabato e domenica arrivano a malapena a un centinaio di coperti.
Per evitare che anche questi quattro coraggiosi non decidano di chiudere definitivamente i battenti, bisogna intervenire. “Stiamo studiando possibili misure per affrontare il problema – ha detto l’assessore comunale Fabio Butera – ma sono certo che per quanto riguardi il pregresso, vale a dire le cartelle già emesse, nulla si potrà fare. Qualcosa potrebbe venire fuori in fase di revisione del regolamento comunale. D’altro canto – ha concluso Butera – nel nostro programma elettorale si parlava di agevolazioni a rotazione, per categorie diverse. Il prossimo intervento potrebbe riguardare proprio le attività che operano ad Alcamo Marina 365 giorni all’anno”.
Se le agevolazioni dovessero davvero essere varate, bisognerà poi far quadrare i conti recuperando le somme da qualche altra parte. Il problema, però, non dovrebbe essere insormontabile in quanto si tratterebbe di pochissime aziende. Il tutto nell’ottica di una giustizia sociale che spesso viene calpestata dalle normative