Alcamo Marina – Il Tar: “Quella stradella realizzata senza autorizzazione”

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Si è guadagnata l’appellativo di “Stradella della discordia”. La vicenda sarebbe una delle tante in una località balneare  devastata da migliaia di colate di cemento abusivo, se non fosse per i personaggi in causa. Il  professionista l’architetto Silvio Piccolo (nella foto), marito dell’ingegnere capo del Comune. Da diversi anni si combatte, a colpi di carta bollata, una vera e propria guerra che vede di fronte il nuovo proprietario,  Silvio Piccolo, il Comune di Alcamo, nove proprietari di case di villeggiatura che “contestano il passo carrabile realizzato sull’arenile a nord dell’ex casello ferroviario fino a giungere all’immobile dei coniugi Piccolo- Parrino”. In campo scesero anche le associazioni ambientaliste che lamentavano danni alle dune, accuse sempre puntualmente respinte dagli interessati. Ora è intervenuta una sentenza del Tar che ha dato ragione al Comune che nel febbraio 2016 “aveva ingiunto la demolizione delle opere abusivamente realizzate senza l’autorizzazione”. Insomma qual passo carrabile sarebbe abusivo e che i luoghi vanno ripristinati . Silvio Piccolo, marito dell’ingegnere capo Anna Parrino, in qualità di comproprietario ha ritenuto “illegittima l’ordinanza del Comune perché violerebbe diverse leggi regionali. Nonché per eccesso di potere e difetto di motivazione, in quanto sia la stradella sia lo spiazzo esisterebbero  almeno dal 1968, come accertato dal tribunale di Trapani. Le opere eseguite sarebbero di mera manutenzione e come tali rientranti nella tipologia di edilizia libera, ricade nel demanio marittino”. E per quanto riguarda la collocazione di una sbarra in legno “la sua collocazione sarebbe da ricondurre alla fattispecie dell’edilizia libera. E’ stata autorizzata dall’Arta con tanto di concessione demaniale”. Secondo Piccolo, come risulta dagli atti, è tutto in regola. Ma il Tar ha respinto il suo ricorso.  Appare quasi scontato che la vicenda vada a finire con la presentazione dell’appello davanti ai giudici del Consiglio di giustizia amministrativa.  Durante i lavori di manutenzione alla villetta di circa 70 metri quadrati la polizia municipale effettuò una serie di controlli. La vicenda della “Stradella della discordia” è stata anche un caso politico con discussioni in riunioni appositamente convocate dalla Terza commissione consiliare, i cui componenti hanno anche effettuato sopralluoghi nella “Stradella della discordia”, che con la sentenza del Tar ha scritto un altro capitolo della luna telenevola.