Alcamo Marina, abitazioni chiuse per la frana, chiesta la revoca dell’ordinanza

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Una relazione di una trentina di pagine, con allegate riprese satellitari, è stata presentata  al Comune di Alcamo dai proprietari di villette, che sono state realizzate con tanto di concessioni edilizie, chiuse dopo l’ordinanza del tre febbraio del 2009, emesse a causa della frana provocata, alcuni giorni prima da un violento nubifragio, che causò danni e allagamenti su tutto il territorio di Alcamo Marina. La relazione è stata predisposta dall’ingegnere Ignazio Ferrarella e presentata dall’avvocato Maurizio Lo Presti, che assiste gli ultimi tre proprietari che da nove anni, e non per colpa loro, hanno avuto dichiarati inagibili i  villini.  Già vari immobili hanno usufruito, nel tempo, della revoca dell’ordinanza e i proprietari hanno potuto riaprire le loro case per trascorrere la villeggiatura. Nella relazione viene sottolineata “la mancanza di cura nella regolazione del flusso delle acque di superficie, di opere di contenimento, interventi di sicurezza  che hanno provocato altri smottamenti”. Una nuova frana, infatti,   per l’abbondante pioggia, si è verificata il 15 gennaio dello scorso anno tanto che il Comune fu costretto ad emettere una decina di ordinanze per l’inagibilità di altrettanti villini. Ordinanze revocate il 21 marzo  del 2017.  La riapertura, lo scorso anno, è stata possibile grazie ad una serie di interventi, fatti da un privato,  in cima a quella che è stata definita “La collina del disonore”. Secondo la relazione presentata  al Comune viene chiesta la revoca delle ordinanze di inagibilità “perché non c’ è più alcun pericolo – dice l’avvocato Maurizio Lo Presti-  e pertanto i proprietari e famigliari possono riutilizzarle per godere in pieno titolo dei loro immobili”.  In sede civile è in corso a Trapani il processo per la richiesta dei risarcimenti dei danni nei confronti di vicini. Il processo si concluderà il nove maggio. La sentenza è prevista verso la fine di settembre. La frana nella “Collina del disonore” è la fotografia di una località balneare martoriata da migliaia di colate di cemento abusivo che ha stravolto il territorio con la scomparsa anche  di torrenti o la riduzione del letto di alcuni fiumi sulle cui rive sono sorti, negli anni, abitazioni abusive. Una località priva di qualsiasi opera urbanistica dove ciclicamente  la politica promette la costruzione delle fognature, puntualmente archiviata dopo ogni campagna elettorale. Intanto resta in piedi la precarietà del territorio di Alcamo Marina dove scatta l’allerta ogni qual volta si verificano abbondanti piogge.