Alcamo-L’omicidio di Enrico Coraci, domani la sentenza

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Una lettera con la quale chiede perdono ai familiari continuando a sostenere  che il colpo che ha ucciso l’alcamese Enrico Coraci è partito accidentalmente dal fucile che impugnava. La lettera è stata scritta da Francesco Gatto che così cerca anche  di scagionare il fratello Vincenzo. Per entrambi il pubblico ministero Rosanna Penna ha chiesto l’ergastolo. La sentenza sarà emessa domani dal gup del tribunale di Trapani, Caterina Brignone e non dovrebbero più esserci motivi per rimandare il verdetto. I difensori dei fratelli Gatto nella loro arringa hanno chiesto l’assoluzione per entrambi e varie attenuanti, mentre i difensori delle parti civili, ovvero i famigliari di Enrico Coraci, si sono associati alla richiesta dell’accusa. L’omicidio dell’alcamese Enrico Coraci, avvenuto nel novembre del 2015 al villaggio regionale. E in una delle ultime udienze il pubblico ministero  ha riformulato la richiesta di condanna chiedendo la pena dell’ergastolo nei confronti dei fratelli Francesco e Vincenzo Gatto. Lo scorso 21 dicembre il pm aveva chiesto 30 anni, Successivamente alla luce di ulteriori approfondimenti della vicenda ha formulato la richiesta per la condanna a vita dei due giovani fratelli, alla sbarra per l’omicidio. Tutto ebbe inizio davanti ad una panineria “Fame Chimica”, che si trovava in piazza della Repubblica. I carabinieri accertarono che scoppiò una lite tra Enrico Coraci e Francesco Gatto davanti alla panineria. Poi sarebbe intervenuto Vincenzo Gatto e ci sarebbe stata una sorta di riappacificazione. Quindi l’appuntamento al Villaggio regionale, e l’agguato risultato mortale. Scattarono le indagini dei carabinieri di Alcamo che portarono all’arresto e all’incriminazione dei fratelli Gatto accusati dell’omicidio di Enrico Coraci con l’aggravante della premeditazione e porto abusivo di un fucile.