Alcamo-Inquinamento, 200 metri della spiaggia Canalotto non balneabili

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Il commissario straordinario del Comune Giovanni Arnone adotta l’ordinanza di divieto di balneazione ad Alcamo marina all’altezza della zona Canalotto. Decisione scaturita a seguito di quanto imposto dalla Regione con proprio decreto nei giorni scorsi. Motivo per cui, in base alla classificazione della balneazione del mare e delle coste del territorio siciliano per l’anno 2015, pubblicata nelle scorse settimane in gazzetta ufficiale, è arrivato il divieto di balneazione alla Foce del Torrente Canalotto. Il commissario impone il divieto 100 metri ad est e 100 metri ad ovest della foce, per un totale quindi di 200 metri di interdizione alla balneazione. Si tratta di un decreto e della conseguente ordinanza che si ripropone anno dopo anno. Infatti è un problema oramai datato quello di Alcamo Marina, certificato come ogni anno dal Dipartimento Regionale per le Attività Sanitarie ed Osservatorio Epidemiologico che, attraverso l’analisi delle acque lungo la costa alcamese, individua sempre un alto tasso di inquinamento alla foce del Canalotto. Storia controversa ed oramai anche ampiamente consolidata, purtroppo, quella inerente Alcamo marina, uno dei tanti scempi ambientali in salsa siciliana. Un tratto di costa tra i più devastati dal cemento selvaggio dove l’effetto abusivismo, il cui boom si registrò specie tra gli anni ’50 e ’60, proseguendo per i due decenni successivi in maniera sempre più incontrollata, continua ancora a farsi sentire pesantemente. A testimoniare ciò le valanghe di pratiche che ogni giorno arrivano sui tavoli degli uffici del settore Urbanistica del Comune. Segno anche di un abusivismo che ha lasciato il suo solco profondo in una città devastata da immense colate di cemento selvaggio, tanto da essere costretti oggi ad Alcamo marina in particolare ad assistere a scene raccapriccianti di enormi immobili ad un tiro di schioppo dal mare. Alcamo marina è stata oggetto anche di una commistione di interessi tra pubblico, privato e politica che hanno portato negli anni ad una immensa distesa di cemento che in realtà nella stragrande maggioranza non è paradossalmente abusiva. Infatti da queste parti le concessioni sono state incredibilmente date dal Comune ma per effetto di poco chiari meccanismi. Non si spiegherebbero altrimenti le centinaia di abitazioni sotto la linea ferrovia, la maggior parte delle quali addirittura poggia sul mare. Ma l’effetto abusivismo non è storia per Alcamo ma anche presente. Lo dice l’assessorato regionale al Territorio e Ambiente che nell’ultimo “Rapporto sull’abusivismo edilizio e sullo stato di definizione delle istanze di sanatoria edilizia” viene fuori che Alcamo è al primo posto in provincia di Trapani per “numero degli abusi e della volumetria realizzata”: 23 mila metri cubi su un totale di 64 abusi certificati quando nell’intero territorio provinciale si registrano 98 mila metri cubi di cemento selvaggio.