Per simulazione si intende un modello della realtà che consente di valutare e prevedere lo svolgersi dinamico di una serie di eventi o processi susseguenti all’imposizione di certe condizioni da parte dell’analista o dell’utente. Un simulatore di volo, ad esempio, consente di prevedere il comportamento dell’aeromobile a fronte delle sue caratteristiche e dei comandi del pilota. Essa dunque è assimilabile ad una sorta di laboratorio virtuale. E in questa direzione ha lavorato l’Arpa ovvero “sulla simulazione della dispersione delle polveri sottili per il comportamento delle ricadute al suolo” conseguenza del rogo nell’impianto della ditta Vincenzo D’Angelo che ha vomitato fumo nero e fiamme per circa 26 ore, che hanno raggiunto temperature sino a 800 gradi. Fumo che ha invaso buona parte della Sicilia occidentale tanto he l’indagine sulla ricadute riguarda 870 chilometri quadrati con attenzione particolare su 8 Comuni del Trapanese e Palermitano. Scrive l’Arpa nella relazione: “la presente analisi può costituire una integrazione alle valutazioni discendenti dalle determinazioni di campo, al fine di una eventuale successiva valutazione da parte degli organismi sanitari preposti allo studio degli effetti di esposizione delle popolazioni agli inquinanti – nella fattispecie quelli generati dall’incendio”. “Il presente studio è stato indirizzato –scrive ancora l’Arpa – agli aspetti riguardanti la diffusione degli inquinanti in particolare con riguardo alle condizioni di respirabilità dei fumi; per quanto concerne l’impatto al suolo esso verrà arricchito dagli esiti delle indagini condotte in campo. Sulla scorta di quanto riportato nel presente studio, infatti, si è stabilito unitamente alla Struttura territoriale Arpa di Trapani di prelevare tre campioni di terreno presso aree ritenute soggette ad un’alta frequenza oraria di ricadute, ed uno in zona non affetta dalle ricadute in zona Fulgatore (campione neutro). Sulla scorta delle evidenze ottenute dallo studio, è possibile affermare che il valore del parametro di tossicità “M” della miscela, che pondera l’effetto orario delle polveri totali sospese rispetto al valore di soglia IDLH , (ovvero la massima concentrazione di sostanza tossica a cui può essere esposta per trenta minuti una persona in buona salute senza subire effetti irreversibili per la propria salute senza che gli effetti dell’esposizione non impediscano la fuga ndr) suggerisce l’assenza di condizioni favorevoli all’insorgenza di effetti irreversibili per la salute della popolazione esposta all’evento incidentale”. Tale conclusione, che è da intendersi puramente indicativa e non esiziale – conclude l’Arpa, ma anzi fortemente parziale attesa la brevità dell’intervallo d’indagine cui è riferita, ed è da ammettere ad eventuale verifica e riscontro da parte degli i organismi competenti in materia di sorveglianza sanitaria a tutela della salute della popolazione”. Ora bisognerà attendere le analisi del suolo, con prelievo in tre punti, come è scritto nella relazione dell’Arpa per vetrificare lo stato di salute. Va detto che nella relazione dell’Arpa in una scheda sulle analisi col comister per le sostanze chimiche 15 sono segnate in rosso. Intanto l’avvocato Maurizio Lo Presti nell’esposto che presenterà entro sabato alla Procura della repubblica chiederà al giudice la nomina di un esperto privato per avere i risultati delle analisi del suolo e di sollecitare in tal senso anche l’Asp che tutela la salute dei cittadini. Insomma dopo 50 giorni dal rogo ancora si deve dare risposta a tantissimi interrogativi. A questo punto sarebbe opportuno che anche il Comune si muova nella direzione di nominare un tecnico per l’esame del suolo. Gli alcamesi intanto sono sempre più indignati e preoccupati.