Alcamo, il Comune delle cause perse

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ALCAMO – In più della metà delle controversie giudiziarie il Comune ha subito batoste. Il 2014 si è chiuso per l’Avvocatura comunale, guidata dalla dirigente Giovanna Mistretta, con risvolti pesanti sul piano soprattutto economico per l’ente che spesso ha dovuto soccombere specie alle richieste di risarcimento danni per le buche nelle strade, questione su cui si sono sempre accese feroci polemiche in consiglio comunale. Secondo un resoconto dello stesso Settore dell’Avvocatura lo scorso anno su un totale di 72 sentenze emesse, il Comune ha perso ben 39 volte, di cui 5 solo con parziale accoglimento della domanda risarcitoria. Altre 33 volte invece il Comune ha vinto. Significa questo che la percentuale di successo dell’ente municipale davanti ad un giudice è stata del 46 per cento contro il 54 per cento invece di sconfitte giudiziarie. Proprio per questo motivo il Comune per 18 volte ha deciso di avviare l’istituto della compensazione della controversia, trovando quindi un accordo transattivo. Emerge inequivocabilmente comunque che il municipio sarà nel prossimo futuro ancora subissato di debiti fuori bilancio da dovere pagare, nota dolente per un Comune che viaggia costantemente sull’orlo di una crisi economica che già ha fatto emergere situazioni di fortissima criticità. Più volte in consiglio è stato contestato l’atteggiamento della dirigente Giovanna Mistretta accusata di non avere seguito con la dovuta attenzione tutti i processi in cui il Comune è stato citato in giudizio per risarcimento danni. Ed effettivamente sono emerse una serie di contraddizioni, come documentazioni difformi rispetto ad orari e fatti collegati agli incidenti che non sarebbero stati contestati adeguamente dall’Avvocatura. Dal suo canto la Mistretta si è sempre difesa sostenendo l’elevata mole di controversie cui è chiamato il Comune a fronte di una pianta organica notevolmente sottodimensionata. Problema che viene evidenziata nell’ultima relazione del Settore allegata al Rendiconto del 2014 in cui emergono numeri impressionanti: l’Avvocatura comunale è stata impegnata quasi quotidianamente per circa 180 giorni presso diverse sedi giudiziarie: Giudice di Pace, Tribunale Trapani e Palermo, Corte di Appello, Tar, Cga, commissione tributarie provinciali e regionali. “Spesso nella stessa giornata – sottolinea nella relazione la Mistretta – si sono tenute udienze presso diverse sedi giudiziarie. Ogni udienza fissata ha richiesto lo studio degli atti della documentazione di controparte, dei verbali udienze precedenti, delle proprie deduzioni; ogni procedimento ha presupposto il compimento di attività nel rispetto di termini perentori”. Lo scorso anno sono stati trattati circa 320 procedimenti di cui 114 hanno riguardato cause sopravvenute: “Ciò ha comportato un aggravio di lavoro non indifferente per l’Avvocatura – si legge ancora nella relazione – posto che le preclusioni processuali, in tutte le giurisdizioni, operano pressoché alla sola prima udienza di comparizione e poi il giudizio è cadenzato da altre attività istruttorie che sono state poste in essere sempre con termini perentori, decorsi i quali, si sarebbe avuto pregiudizio. Mantenere questo ritmo incalzante non è stato da poco”.
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