Alcamo. Ieri un violento nubifragio sulla città

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Strade del centro storico di Alcamo trasformate in torrenti la cui acqua, in particolare, è scesa  impetuosa per la via Mazzini, piazza Ciullo, piazza Mercato e via Discesa Santuario dove solitamente si concentrano le acque piovane. Qualche sedia di bar e tavolini, trascinati via. Qualche pezzo di asfalto saltato. Il forte acquazzone, con tuoni e fulmini, si è abbattuto ieri pomeriggio ad Alcamo ed è seguito da quello di venerdì che ha messo in crisi il fragile territorio di Alcamo Marina, stuprata da migliaia di colate di cemento abusivo. E si deve sperare che questi violenti e frequenti acquazzoni, che si verificano verso la fine dell’estate, durino poco altrimenti si conterebbero tantissimi danni. I cambiamenti climatici sono inoltre la causa principale delle bombe d’acqua sempre più frequenti. In Italia si parla a vuoto da anni di sistemare geologicamente i territori ma tardano gli interventi. I Comuni anche quello di Alcamo, stanno procedendo in questi giorni alla pulizia delle caditoie e allo spurgo di fognature. Si tratta di interventi che, negli anni, fanno tutte le giunte, quindi questa è solo ordinaria amministrazione che si vuole fare passare per intervento eccezionale con immancabile foto sui sociali di qualche assessore giulivo e sorridente. Non è una critica ma solo una costatazione. Intanto aumentano i danni a valle della Collina del disonore di Alcamo Marina, dove nel 2009 venne giù per la pioggia un costone di roccia. Sono tre le abitazioni invase da fango e acqua che hanno subito notevoli danni. I proprietari sono esasperati e indignati. Lasciati soli dalle Istituzioni a tutti i livelli. Da undici anni sono in causa per il risarcimento dei danni.  Cause civili che non finiscono mai e che creano sfiducia nella giustizia. Intanto i cittadini sono impotenti di fronte a queste situazioni. Negli altri stati le cause si concludono presto. In Italia occorre a volte più di un ventennio.