Alcamo, i cani di contrada Sasi, la storia continua

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L’uomo che visse con i cani, torna nuovamente alla ribalta anche se era apparentemente uscito di scena. A pagare le conseguenze sono dal 2006 gli alcamesi. Il Comune di Alcamo da 13 anni sborsa circa 13 mila euro al mese per mantenere i cani, 300, che su provvedimento della Procura della Repubblica di Trapani, vennero trasferiti in una struttura in provincia di Crotone. Il papello ha superato i due milioni di euro. Soldi venuti meno alle casse comunali che potevano essere impiegati per vari servizi. Una cambiale che scade ogni mese: ma dal 2006 sono ancora 300 i cani per i quali il Comune paga il mantenimento? La vicenda del canile abusivo di contrada Sasi va avanti da quasi 30 anni. E da 30 anni Giacomo Milazzo, ex macellaio, ha deciso di dedicare la sua vita al mantenimento dei cani. Ma è vero amore? Giri per supermercati. Macellerie per poi potere cucinare il cibo per l’animale più amico dell’uomo. Una vita dedicata a Fido. Esposti di proprietari dei terreni limitrofi al maxi rifugio. Denunce sortirono poco effetto anche perché gli amministratori comunali che da Massimo Ferrara in poi si sono succeduti sino al 2006 alla guida del palazzo di città non sapevano come risolvere il problema e dove potere sistemare i cani di Milazzo. Di quella sorta di canile erano tanti ad approfittare poiché spesso l’ex macellaio trovava cuccioli davanti al cancello. Quando iniziò ad esplodere il caso Giacomo Milazzo citò per danni il Comune. In pratica considerato che mediamente ogni giorno per mantenere un cane il costo si aggirava a 2 euro e 50, chiese un risarcimento milionario perché per dieci anni si era sostituito al Comune. Sia in primo grado che in secondo i giudici sentenziarono che nessuno lo aveva obbligato a mantenere i cani e che i costi gravavano solo su di lui. Nel frattempo il caso dei cani di contrada Sasi finì in Procura che intimò all’allora sindaco Giacomo Scala a trovare una soluzione. Scala chiese aiuto all’allora governatore regionale Raffaele Lombardo, che assicurò fondi che non sono mai arrivati. Nel frattempo i cani vennero portati, anno 2006, a Rocca di Neto per la cui custodia il Comune di Alcamo da ben 13 anni paga il mantenimento. Quella della realizzazione del canile è un problema non risolto. Nel 2008 i Comuni di Alcamo, Calatafimi e Castellammare avevano trovato un accordo per realizzare un canile consortile in contrada Lagani di Calatafimi su un terreno di 4 ettari confiscati alla mafia. Non se ne fece niente poiché Castellammare si tirò fuori. Oggi ad Alcamo funziona un rifugio sanitario in contrada Tre Noci, ma del canile non si vede l’ombra. E a Sasi sono stati trovati una trentina di cani in buono stato di salute ma in condizioni igieniche da verificare.