Scuola, PON per l’inglese funziona! Alunni più fluenti e inno UE meno “banale”

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Di Laura Lombardo -Scuola, si è concluso in bellezza il progetto PON per il potenziamento della lingua inglese promosso dalla scuola Navarra di Alcamo, in collaborazione con Linguapiù. Gli alunni, partendo quasi da zero, hanno acquisito una notevole fluidità linguistica in soli 3 mesi di full immersion con esperto madrelingua.

“Come quando in sogno ci troviamo a casa nostra, e sappiamo che è casa nostra, anche se non gli rassomiglia neppure un pò, così è il sogno europeo…solo che questa volta la casa che stiamo sognando è l’Europa”.

Con questa introduzione — per chi l’avesse compresa, dato che l’intera performance è stata in inglese — è stata presentata al pubblico di genitori e insegnanti la rappresentazione teatrale  The European Dream (Il sogno europeo) con gli alunni dell’Istituto Navarra di Alcamo.

In inglese, perché il progetto, finanziato con fondi europei e promosso dalla dirigente scolastica Vincenza Vallone, era volto a potenziare la lingua universale tramite l’esperienza del teatro, sottoponendo gli studenti, negli ultimi 3 mesi, ad una full-immersion di 3 ore pomeridiane settimanali con l’esperto madrelingua Jeff Ewener — scrittore e sceneggiatore di professione, nelle vesti di regista e stage director.

Lampante il progresso degli alunni nella fluidità linguistica – a guardarli solo due mesi fa durante le prove in teatro, i ragazzi non conoscevano il significato di molte parole nel copione, avevano difficoltà ad intonare le frasi non potendo parlare abbastanza velocemente, e la pronuncia faceva acqua da tutte le parti. Dopo solo poche settimane, la sera della performance, il loro inglese era notevole  pure all’orecchio più sofisticato, come accertato dai test di Linguapiù di Alcamo, principale interlocutore della scuola per questo PON.

Lo spettacolo è stato una parodia satirica dei delegati dell’Unione Europea in una giornata tipo in Parlamento. Gruppi di delegati di ogni nazione – ciascuno in coincidenza con le bandiere alzate in scena – litigano su tutto, persino su cosa ordinare da mangiare, dato che ognuno predilige le proprie eccellenze nazionali.  Fino a quando nel chiasso e disordine generali, con i tedeschi che si impongono come leader naturali e indiscussi e i francesi che sono opposti a tutto (a prescindere da tutto), gli inglesi accusano l’intera assemblea di aver rubato un cellulare, il che ovviamente fa scoppiare l’indignazione dei delegati, con gli italiani in testa, particolarmente risentiti e feriti mortalmente nell’orgoglio. Sarebbe stato questo, secondo la revisione umoristica del regista, l’episodio che ha portato alla Brexit. Uno dei picchi più divertenti dello sceneggiato si ebbe quando l’assemblea votò per l’espulsione degli inglesi calunniatori e questi ultimi permalosamente risposero: “Voi non potete espellerci”, precisando, quando gli altri chiesero il motivo, “perché siamo noi a volercene andare”.

La commedia termina con un lieto fine: la riappacificazione di tutti e l’intonazione dell’inno europeo – sempre sulle note dell’inno alla gioia di Beethoven ma con una lirica che il regista Ewener ha voluto riscrivere di suo pugno, dato che a suo giudizio, il testo originale in inglese era di una banalità atroce.