Alcamo: gioielli “tarocchi”, polizia sventa una truffa

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Torna a comparire ad Alcamo la cosiddetta “truffa dei gioielli tarocchi”. Un business già ben oleato e che era stato scardinato anni fa dai carabinieri sempre ad Alcamo, che arrestarono una vera e propria banda. Ora è toccato alla polizia mettersi sulle tracce di un altro gruppo di criminali. In due sono stati denunciati, entrambi di Palermo, mentre una terza persona è ancora ricercata. Il modus operandi per truffare le persone, vendendo falsi gioielli e spacciandoli ovviamente per veri, è quello consolidato e scoperto già anni fa. A seguito di diverse segnalazioni già fatte nelle scorse settimane la polizia era da tempo sulle tracce dei tre truffatori che stavano riuscendo a consumare l’ennesimo raggiro, sfumato però questa volta grazie al tempestivo intervento degli agenti. In pratica agivano in tre: uno di loro, spacciatosi per un soggetto portoghese con impellente bisogno di soldi, dopo avere individuato la persona da truffare, un alcamese, gli prospetta la vendita di brillanti per alcune migliaia di euro.Nella conversazione si inserisce un secondo complice, che, proponendosi come intermediario, fa intervenire il terzo soggetto che, dopo aver valutato i brillanti, si propone di acquistarli per una somma maggiore.Nella dinamica negoziale il truffato avrebbe quindi percepito un immediato guadagno, in pratica la differenza fra l’acquisto che avrebbe effettuato nei confronti del finto portoghese e la successiva cessione al terzo soggetto. O almeno questo gli si faceva credere. Con la scusa di realizzare l’affare due truffatori inducevano il malcapitato alcamese a pagare una caparra che lo stesso si era impegnato ad andare a prelevare presso la sua abitazione.Il diabolico piano dei tre professionisti del raggiro veniva mandato in fumo grazie al tempestivo intervento degli agenti del Commissariato: dopo un inseguimento, i poliziotti hanno bloccato due dei tre truffatori. Ricostruita la vicenda, i due venivano sottoposti a perquisizione personale che consentiva il rinvenimento dei 5 brillanti, che sono stati sequestrati, contenuti all’interno di un borsello e di un arnese di lavoro, ossia una piccola scatoletta rettangolare contenente una lente d’ingrandimento utilizzata sistematicamente per l’analisi ravvicinata e la falsa valutazione delle pietre. I due pregiudicati palermitani sono stati denunciati alla Procura per truffa.