Alcamo. Festa della Madonna. Quelle tradizioni che appartengono al passato

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I vespri solenni oggi alle 19,30 al santuario di Maria Santissima dei Miracoli, Patrona di Alcamo è l’evento più importante di oggi. Vespri solenni ai quali parteciperanno le autorità mentre a causa del rispetto delle distanze vi potranno assistere poche persone. Celebrazioni eucaristiche domani nella chiesa Madre e alle 18, saranno presiedute dal vescovo di Trapani. A seguire il sindaco consegnerà le chiavi della città alla Madonna e poi un omaggio floreale sempre alla Madonna. Niente “calata”. Niente domani processione a causa del coronavirus. Per la festa della Madonna nel recente passato un posto occupava anche la tradizione culinaria. Un tempo si preparavano, in occasione del festino, lo sformato di pasta a forno, brocioloni, salsiccia pasqualora. Per dolce torrone e la sera tante famiglie sedute nei bar per consumate il pezzetto, ovvero una fetta di gelato. Vestiti nuovi per le passeggiate nel Corso per tante donne per farsi notare e adocchiare qualche giovane. Mentre si passeggiava si sgranocchiava calia e simenza. Per oltre un secolo hanno rappresentato uno dei momenti principali di partecipazione del popolo ai festeggiamenti. Parliamo delle corse di cavallo, lungo il corso VI Aprile, abolite una quindicina di anni fa. Ultima edizione 2004 trasformata in Palio di Alcamo. Ma c’è una data, giugno 1979, entrata nella storia quando le corse si svolsero abusivamente. “Monta in sella la mafia, fuggono prefetto e istituzioni”. Così titolò il Giornale di Sicilia per raccontare giorni di tensione. Proteste in piazza Ciullo. Lancio di qualche pietra contro le finestre del Municipio. E la sera della processione del Santissimo Sacramento, durante un improvvisato comizio in piazza Ciullo, l’allora senatore alcamese Ludovico Corrao, sindaco di Gibellina, tuonò: “O corrono i cavalli o corre il prefetto”. In questo clima incandescente le corse abusive si svolsero con un servizio d’ordine gestito, secondo le risultanze investigative, dalla mafia. Dopo la corsa strascichi giudiziari. Ludovico Corrao in un comizio, post corse con folla oceanica, aprì con questa frase: “Memorabile. Abbiamo celebrato una festa di popolo strappata alla violenza del potere. Onore e vanto dei promotori, degli organizzatori e del popolo tutto che ha scornato gli uccelli di malaugurio che si attendevano chissà quale disordine e disgrazie. Esemplare invece l’autodisciplina di 45 mila alcamesi. L’abdicazione e la fuga dei poteri dello Stato per tre giorni. L’assenza di poliziotti e carabinieri per tutta la città. Confermata quanta civiltà e gioia distingue il popolo di Alcamo”