Nella campagna elettorale per le comunali ad Alcamo si inserisce una nuova categoria di aspiranti concorrenti al gradino più alto del podio: ovvero quello di sindaco. La nuova categoria è quella degli autocandidati. Lanciano messaggi. Si auto propongono in maniera molto generica. Quando si chiede la collocazione politica l’unica frase che sanno dire, fino ad oggi, è quella che faranno una lista civica. Ma riusciranno a raccogliere 500 firme? Si tratta soltanto di generiche dichiarazioni forse per cercare un po’ di pubblicità e nello stesso tempo smuovere le acque dell’apparente stagnante politica alcamese. Agli autocandidati bene si addice la locuzione “cogito ergo sum”, del celebre filosofo francese Cartesio, che significa letteralmente «penso dunque sono». E’ la formula con cui Cartesio esprime la certezza indubitabile che l’uomo ha di se stesso in quanto soggetto pensante. Il paragone potrebbe essere poco calzante. Ma quando si autocandidano sembrano fermi nelle loro certezze. L’ultimo autocandidato a sindaco in ordine di tempo è il consigliere Alessandro Calvaruso, che sembra abbia trovato già un’alleata in Marianna Vario, che ha lasciato Sicilia futura di Giacomo Scala, del quale è stata fedelissima e con il quale ha camminato durante il periodo del suo percorso politico-amministrativo. Altro autocandidato è il consigliere Antonio Nicolosi, che da tempo strombazza questa sua aspirazione. Se non avrà precise garanzie altro autocandidato potrebbe essere Ignazio Caldarella. E tanti altri presto spunteranno. Insomma in vista delle comunali già tutto è in movimento: dai convegni del Pd, agli incontri quotidiani ovvero i meet up dei grillini, alle assemblee provinciali di “Diventerà bellissima” il movimento del centrodestra di Nello Mussumeci, che con una vasta coalizione appoggerà Saro Lauria. Tutto dunque in movimento: consiglieri che si dimettono come l’ex Abc, Vito Lombardo e qualche tempo fa Gaetano Intravaia di Area democratica. Le motivazioni dei cambi di casacca, oggi l’ organigramma consiliare è completamento diverso da quello uscito dalle amministrative di tre anni fa, le dimissioni e tanto altro vengono presentate come la maturazione di drammi ideologici interiori. E vai con lunghe lettere di commiato. Ma siamo seri: credete davvero che gli alcamesi ritengano vere le esternazioni con le quali si passa da un colore politico ad un altro. Spesso tali scelte contengono liti per un sottogoverno non centrato. Per un favore non accordato. Finiamola con i drammi interiori, con la recita di delusione per programmi abortiti e così via. Intanto oggi l’elemento di novità ad Alcamo è quello degli autocandidati a sindaco e se a qualcuno ci riuscirà lo fa solo per cercare la rielezione a consigliere e per poi alzare poi il prezzo se si arriva ai ballottaggi.