Alcamo-Con i comizi si conclude la campagna elettorale

0
376

Piazza Ciullo e Piazza Castello. Ma c’è chi ha scelto una sede più intima come l’atrio del collegio dei gesuiti. Sono questi i luoghi dove a partire dal tardo pomeriggio di oggi sarà celebrato con i comizi l’ultimo atto, ovvero quello della campagna elettorale per l’elezione del sindaco e del consiglio comunale, che dovrà amministrare la città di Alcamo per i prossimi cinque anni. Alla mezzanotte scatterà il silenzio mentre nelle scuole, sedi dei seggi, avrà inizio il lavoro per prepararsi ad un evento che coinvolge quasi tutta la città sia per il numero dei candidati a sindaco sia per i circa 300 aspiranti consiglieri comunali. Al consiglio potranno andare solo in 24. Quindi una grande selezione e un grande dispendio di energie per quanti hanno buone possibilità di essere eletti oppure di tornare al Palazzo di città. I comizi di quartiere, bella la riscoperta, hanno animato le serate in diverse zone di Alcamo. Gli incontri ravvicinati di vario tipo dei candidati a primo cittadino hanno loro consentito di illustrare i programmi e raccogliere proposte e suggerimenti. Programmi, che in linea di massima si assomigliano anche se con varie sfaccettature. Una campagna elettorale quella che volge alla fine dove non ci sono stati gli sperperi del passato ma si sta svolgendo all’insegna della sobrietà. Niente cene megagalattiche, ma solo qualche bicchierata. Così come  marciapiedi e cunette delle strade non sono state tappezzate fino ad oggi da volantini di propaganda e altro. Pochi i facsimili da calpestare o guardare con curiosità per vedere chi c’è stampato nella foto. Ben vengano proclami e proposte poi alla verifica vedremo cosa è stato fatto per rilanciare la città di Alcamo. La rivisitazione e funzionamento della macchina amministrativa, ovvero la burocrazia comunale,  turismo, agricoltura, trasparenza e legalità e beni culturali i tempi più dibattuti. Un dato è certo chi sarà eletto sindaco avrà le sue belle gatte da pelare. Basta leggere i giornali degli ultimi mesi. La Regione è a secco di soldi. La Regione ancora non è in grado di sapere quali finanziamenti concedere ai Comuni. Nessun Comune siciliano oggi è in grado di approvare il bilancio di previsione 2016 che andava deliberato entro il 30 aprile. Chi parla di commissari nei Comuni per i bilanci o è in cattiva fede, e quindi fa solo demagogia, oppure è disinformato.  Se lo Stato non scuce i 500 milioni da tempo chiesti da Crocetta non solo la Regione ma anche tutti i comuni siciliani andranno in default. Il problema finanze è quello che angustia e crea difficoltà sia ai sindaci in carica sia a quelli che usciranno dalle prossime amministrative. E nei comizi non si facciano proclami ma si illustrino concretamente i programmi e dove si vuole intervenire e con quali fondi e dove ricercarli. Altrimenti resteranno parole al vento, esternazioni di buone intenzioni e gli elettori sono stufi di sentirle.