Alcamo: class action, sconfitta compagnia telefonica

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Da Alcamo la vittoria di un’organizzazione di categoria attraverso la class action. Protagonista un alcamese che ha dovuto passare le pene dell’inferno per la disattivazione della linea adsl e telefonica per effetto di una richiesta che non aveva mai fatto. Da qui ne è nato un braccio di ferro che oggi ha avuto il suo verdetto in tribunale: l’azienda telefonica è stata condannata a risarcire l’utente privato del servizio perché non avrebbe dovuto permettere l’interruzione del contratto per interposta persona. Ad avere portato avanti questa battaglia, che senza ombra di dubbio è destinata a fare giurisprudenza per il suo esito, è stata l’associazione Tutela Noi Consumatori di Alcamo che ha assistito l’utente alcamese in questo suo viaggio tra i meandri complicatissimi ed intricati delle norme legate alla tutela dei consumatori ma anche al diritto d’impresa. Tutto ebbe inizio quando di punto in bianco l’utente si ritrova con telefono e internet disattivati senza consenso. La scoperta fu fatta poco dopo: in pratica una terza persona aveva chiamato una compagnia telefonica concorrente dicendo che il numero era suo e che voleva cambiare operatore. Il giudice ha condannato la compagnia telefonica dell’utente, risarcendo sia il danno patrimoniale che il cosiddetto danno esistenziale. “Un’altra importante vittoria ottenuta da Tutela Noi Consumatori” commenta l’associazione di categoria. Secondo il giudice la compagnia con la quale era abbonato il cliente ha violato i principi di buona fede nel rapporto contrattuale e quelli di correttezza e trasparenza nei confronti del consumatore in base alla legge 281/98. Ha, infatti, privato il cliente del servizio, basandosi sulla semplice richiesta di una parte terza al rapporto contrattuale. Il giudice ha condannato la compagnia telefonica a cui era intestata l’utenza al risarcimento sia del danno patrimoniale sia di quello esistenziale. A proposito di class action dall’1 gennaio 2010, dopo una lunga serie di rinvii, è entrato in vigore l’articolo 140-bis del Codice del consumo. Sulla carta si tratta di una straordinaria occasione per rendere effettiva la tutela dei consumatori in tutte quelle situazioni nelle quali si controverte per importi di valore contenuto e per questo generalmente si preferisce rinunciare alla difesa dei propri diritti. Nel tempo questa pratica di azioni risarcitorie collettive è divenuto uno strumento sempre più importante e diffuso. Oramai le associazioni di categoria utilizzano questo sistema mettendo insieme più consumatori con lo stesso problema in modo da abbattere i costi legati alle vertenze giudiziarie.