Alcamo, restauro del Castello di Calatubo — chi si fa promotore?

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Di Laura Lombardo — Alcamo, il sindaco Surdi auspica proposte di privati per il restauro del Castello di Calatubo, ancora abbandonato malgrado arrivato terzo nella classifica nazionale del FAI. Intanto a dichiarare “stiamo lavorando in queste ore ad una proposta” è l’associazione di giovani da sempre impegnati per il recupero del sito.

Ci potrebbero essere presto risvolti e avanzamenti sul restauro del Castello di Calatubo, e ad annunciarli a tempo debito sarà l’associazione dal nome auto-esplicativo “Salviamo il Castello di Calatubo”. L’associazione infatti fa sapere che ha in serbo una bella proposta per il recupero del Castello, che sarà comunicata ufficialmente alla stampa al momento opportuno e che spera sia accolta bene dalle istituzioni. Ciò in effetti si collegherebbe con quanto dichiarato recentemente dal sindaco Surdi, che sollecitava proprio l’avanzamento di proposte da parte di cittadini e istituzioni.

In attesa di capire quali saranno queste proposte, vale ricordare che il Castello è uno dei siti storico-archeologici più belli di tutto il Mediterraneo, che rimane imponente, incomparabile e incantato anche nel suo stato attuale di totale declino. Posto ricco di tesori preziosi, compresi quelli fin adesso inaccessibili, seppelliti nella Rocca, al di sotto del castello, secondo il parere degli esperti che hanno studiato le civiltà sviluppatesi entro le mura che usavano proprio costruire catacombe ricche di oggetti di valore. Ma come si diceva, il luogo — malgrado arrivato terzo nella classifica del FAI dei luoghi del cuore in un censimento su scala nazionale — risulta abbandonato ad un destino rovinoso di cedimenti e ignominia, esposto così com’è alle intemperie.

L’associazione fatta di appassionati e ferventi giovani si è adoperata gratuitamente dal 2014 per ripulire la Cappella del Castello e l’area archeologica circostante dalle erbacce, e ha realizzato gadget e prodotti tipici locali come i capperi di Calatubo e la pomata a base di erba grassudda, coltivata nella Rocca del castello. Inoltre con la vincita dei 30,000 euro del concorso FAI, l’associazione ha pensato di consolidare la chiesetta del 1.600 dedicata a San Giovanello Battista, sul cui tetto è stata affissa la vecchia croce in ferro, restaurata anche grazie al contributo di una filantropa romana, la sign.ra Ada De Luca. E in aggiunta ha proposto e ottenuto dal comune di Alcamo l’istituzione del 5 x 1000 da destinare al castello. D’altra parte però, un incendio questa estate è penetrato all’interno delle corti del castello, bruciando le sterpaglie e centinaia di metri di corda delimitanti apposti dall’associazione e bruciato gli alberelli di mandorlo donati dal gruppo camminatori di Alcamo, amorevolmente accuditi dai volontari. Tra le principali speranze dell’associazione c’è che Calatubo, già nel cuore di una vasta comunità, incontri anche l’amore (e i fondi) di benefattori e filantropi privati per il restauro che fin adesso non è mai avvenuto.