Alcamo, “cardiologia chiusa temporaneamente” dice l’ASP. Fino a quando? Intanto vola una petizione

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L’amara notizia, arrivata sotto l’albero, della chiusura temporanea del reparto di cardiologia al San Vito e Santo Spirito ha fatto improvvisamente risvegliare le coscienze e il piglio degli alcamesi. La richiesta di riapertura immediata del reparto,  contenuta in una petizione, lanciata dal un comitato civico spontaneo a tutela della salute pubblica sul territorio alcamese  sulla piattaforma change.org, ha superato 1.900  firme in poco più di due giorni. La mobilitazione causata dal nostro articolo del 25 dicembre ha messo in allarme l’ASP di Trapani che in una nota diramata nella mattinata di ieri, giornata domenicale, ha specificato che il reparto di cardiologia non chiuderà ma che si tratta invece di una chiusura temporanea.

Insomma nulla di nuovo rispetto a quanto da noi denunciato e messo per iscritto nella nota che il referente aziendale dell’ospedale di Alcamo, Giuseppe Di Graziano, aveva diramato ai vari reparti e direzioni proprio alla vigilia del santo Natale. “La cardiologia chiude immediatamente – aveva scritto – fin quando l’ASP non invierà il personale necessario alla salvaguardia della salute dei pazienti affetti da problemi cardiaci. La decisione rimarrà tale in attesa di implementare le risorse umane necessarie per garantire i livelli essenziali di assistenza minimi richiesti. Le persone ricoverate in Cardiologia dovranno quindi essere dimesse, ove possibile, o trasferite immediatamente in Medicina. I pazienti cardiopatici in condizioni più serie saranno invece indirizzati in altri ospedali. Gli ambulatori per gli esterni rimarranno aperti e i medici cardiologi dovranno garantire il servizio di guardia medica attiva 24 ore su 24″.

Insomma all’ospedale “San Vito e Santo Spirito” di Alcamo, dopo i già effettuati trasferimenti di personale nei covid-hospital e accorpamenti fra reparti, è arrivato quanto temuto e denunciato dal sindacato degli infermieri NurSind e dall’ex primario della stessa cardiologia, Enzo Borruso. Quest’ultimo ha adesso parlato di ‘abuso di potere’ del direttore Giuseppe Di Graziano, che, alla luce del suo incarico, non avrebbe l’autorità di chiudere un reparto seppur temporaneamente. Il problema è adesso quello di capire a quanto ammonta quest’ultimo avverbio temporale. Neanche il  comunicato domenicale dell’ASP lo ha spiegato. La nota aziendale ha solo specificato che si tratta di un accorpamento temporaneo, dei posti letto e che le cure per le patologie cardiologiche, anche in regime di ricovero, continuano ad essere garantite 24 ore su 24.