Alcamo. Caldarella chiede al Comune 8 mila euro

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Fino ad oggi  è l’unico tra ex consiglieri comunali, ex sindaci, ex assessori, e un assessore che fa parte dell’attuale giunta, ad avere ottemperato al pagamento della somma di denaro, chiesta dal Comune di Alcamo con lettera del 28 dicembre dello scorso anno. L’ex consigliere, secondo gli amministratori, che oggi siedono al Palazzo di città, avrebbe incassato denaro non dovuto. Così come tutti gli altri ai quali un anno fa venne chiesta la restituzione, rimasta sulla carta.  Ignazio Caldarella ha finito di versare la somma di 8 mila 181 euro richiesti dal Comune a titolo di rimborso differenza somme per gettoni di presenza e partecipazione a sedute del consiglio comunale nel periodo relativo agli anni 2012-2015 e somme da rimborsare relative al 2016. Complessivamente il Comune avrebbe dovuto riscuotere 441 mila euro, iscritti nel bilancio comunale. Le somme non riscosse resteranno nel bilancio di previsione come credito.  Caldarella ha ottemperato, sia pure con riserva, poiché secondo l’ex consigliere le somme non erano dovute.  Ora torna all’attacco con una lettera inviata ieri al Comune chiedendo “la  restituzione della somma corrisposta senza interessi per non gravare sulle casse comunali, purchè il rimborso avvenga nel più breve tempo possibile”. Le lettere vennero inviate ad una quarantina di ex consiglieri, ex  amministratori e all’assessore oggi in carica Vito Lombardo, il 28 dicembre dello scorso anno.  Caldarella, intenzionato ad interessare della vicenda Procura della repubblica e Corte dei conti mette nero su bianco e sostiene: “Che allo scrivente  non risulta  che essi abbiano effettuato il rimborso richieste, né che il Comune abbia dato mandato, a distanza di un anno, al proprio legale per ottenere dal giudice competente un titolo giuridico che possa probabilmente servire a sanare la iscrizione in bilancio effettuata e comunque necessario per procedere alle riscossioni  coattive delle somme di denaro nei confronti di tutti gli altri amministratori che a tutt’oggi non hanno ancora effettuato alcun pagamento. E pertanto qualora non ritenete di dovere procedere alla riscossione delle somme, non affatto dovute, vogliate restituirmi gli 8 mila e 181 euro”. La richiesta della restituzione da parte di Caldarella ha smosso l’Ufficio affari generali che sta esaminando la situazione allo scopo di adottare i provvedimenti conseguenziali. Ma se saranno notificate ingiunzioni gli interessati sono pronti a presentare ricorso in tribunale. Le somme da pagare variano da 8 mila a 12 mila euro e a monte della vicenda c’è stato il Patto di stabilità.