Alcamo, boom di pratiche edilizie

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Alcamo resta cronicamente la città del mattone selvaggio, dove l’effetto abusivismo, il cui boom si registrò specie lungo il litorale tra la fin gli anni ’50 e ’60, proseguendo per i due decenni successivi in maniera sempre più incontrollata, continua ancora a farsi sentire pesantemente. Ma è anche la città dell’edilizia privata dove, nonostante la crisi, si continua a costruire ed ampliare. A testimoniare ciò le valanghe di pratiche che ogni giorno arrivano sui tavoli degli uffici del settore Urbanistica del Comune. Soltanto in questo primo scorcio del 2013 il Settore ha evaso ben 71 pratiche, tra concessioni edilizie e sanatoria. In pratica si va al ritmo quasi di una pratica evasa ogni giorno. Risalta all’occhio l’enorme mole di istanze di sanatoria edilizia che sono state evase: ben 33 in questa inizio dell’anno, e ciò significa alla media di una ogni 3 giorni. Segno da una parte di enorme vitalità dell’edilizia privata in particolar modo e dall’altra anche di un abusivismo che ha lasciato il suo solco profondo in una città devastata da immense colate di cemento selvaggio, tanto da essere costretti oggi ad Alcamo marina in particolare ad assistere a scene raccapriccianti di enormi immobili ad un tiro di schioppo dal mare. Altrettanto imponente la mole di lavoro che gli uffici hanno dovuto espletare nel 2012: 243 concessioni edilizie e 180 richieste di sanatoria che in tutto fanno ben 423 istanze esaminate e valutate positivamente o negativamente. Come il Sacco di Palermo, questa zona venne di fatto sacrificata a una gigantesca speculazione edilizia e all’abusivismo, con conseguenze che non hanno tardato ad arrivare: oltre infatti al danno arrecato per via del mancato sfruttamento della zona ai fini turistici, si aggiungono il degrado ambientale generato dalla cospicua inurbazione e i danni strutturali che insorgono agli edifici esistenti, soprattutto in quelli costruiti nei pendii a forte rischio di dissesto idrogeologico, che denotano già segni di cedimenti strutturali diffusi costringendo i proprietari a costosi e frequenti interventi volti a mettere in sicurezza le costruzioni. Per non parlare poi dell’ultimo grave episodio accaduto nel 2009 con la morte di un uomo rimasto intrappolato nella sua abitazione abusiva nei pressi del fiume San Bartolomeo a seguito di un violento nubifragio. Segno di una natura che deturpata finisce sempre rivoltarsi con l’uomo. Oltretutto il mattone selvaggio ha causato anche un proliferare di abitazioni incontrollato e conseguentemente, non essendoci un impianto fognario, sono anche proliferati scarichi abusivi che hanno finito per inquinare un lunghissimo tratto di costa. Uno dei tanti casi tipici tutti in salsa siciliana