Alcamo, bene confiscato in via Federico II: Comune incassa mega finanziamento

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Nuovo finanziamento per rimettere in piedi i beni confiscati alla mafia di Alcamo. Il Comune ha ottenuto il disco verde per il finanziamento dell’immobile di via Federico II che rientra tra l’ultima tranche di strutture confiscate e concesse nel 2017 dalla prefettura di Trapani al patrimonio indisponibile del municipio alcamese. In arrivo ben 800 mila euro, investimento che servirà non solo a completare le opere murarie ma anche per la riqualificazione energetica dell’immobile stesso, quindi infissi di ultima generazione e impianto fotovoltaico per l’autoalimentazione con l’incameramento di energia solare. Fondi che arrivano attraverso il Pon Legalità 2014/2020 per progetti con finalità di inclusione sociale. La struttura in questione si trova a pochi passi da piazza Bagolino ed è destinata a diventare un centro per l’assistenza a minori. “Stiamo ottenendo finanziamenti per tutti i beni confiscati ed acquisiti dalla nostra Amministrazione – afferma il sindaco Domenico Surdi -. Quest’ultimo si aggiunge, infatti, a quello che servirà per ristrutturare una villetta ad Alcamo Marina. Il finanziamento appena ottenuto servirà per la manutenzione straordinaria e la riqualificazione energetica dell’immobile confiscato alla mafia di via Re Federico II, per adibirlo a struttura e centro servizi per soggetti vulnerabili a rischio devianza”. “Questo risultato – aggiunge il vicesindaco e assessore ai Lavori pubblici Vittorio Ferro – è frutto di un importante lavoro di squadra tra uffici comunali e l’Amministrazione. Non è stato facile partecipare a questo bando in un periodo dell’anno in cui si devono predisporre tutti i progetti relativi al programma triennale, ma siamo riusciti ugualmente nel nostro intento. La misura di finanziamento destina circa 18 milioni di euro ai Comuni siciliani per il recupero di immobili confiscati alla mafia e noi siamo stati l’unico comune della provincia ad essere finanziato”. Il progetto è stato redatto dai tecnici comunali, l’ingegnere Anna Parrino, e dal geometra Nunzio Bastone. L’immobile è stato strappato dalle mani dell’imprenditore e re dell’eolico Vito Nicastri, nato come semplice elettricista e divenuto in poco tempo un vero e proprio leader nel settore edilizio e non solo. Finito al cento di diverse inchieste, la sua figura è stata spesso accostata a quella del superlatitante Matteo Messina Denaro che l’avrebbe protetto e autorizzato nella sua ascesa imprenditoriale. L’immobile di via Federico II è solo uno dei tanti beni tolti a Nicastri: qui sarebbe dovuta sorgere la sua mega villa, l’ultima dimora. La ristrutturazione è stata lasciata a metà dallo stesso imprenditore.