Schizzano vertiginosamente all’insù le tariffe per l’utilizzo degli impianti sportivi, che in alcuni casi arrivano a essere anche 7 volte superiori rispetto allo scorso anno; arrivano anche le tariffe per le strutture culturali, quindi per il teatro “Cielo d’Alcamo” e per il centro congressi “Marconi”; si salvano dai rincari solo la refezione scolastica e gli asili nido le cui tariffe restano invariate. Sono queste le proposte, formulate dalla Ragioneria e dalla Direzione IV Lavori pubblici-Tecnici-Servizi ambientali, delle nuove tariffe dei servizi a domanda individuale che approdano in consiglio comunale e che dovranno essere esaminate domani dall’aula per la loro approvazione o eventuale modifica. Stiamo parlando di un apparato che al Comune è costato sino ad oggi quasi 2 milioni di euro l’anno ma da cui ha ricavato appena 700 mila euro, vale a dire il 38 per cento. la grande novità sarà rappresentata dal pagamento per l’utilizzo di teatro e centro “Marconi” dove sino ad oggi il Comune non ha incassato un solo centesimo. Motivo questo di una sonora bacchettata da parte della Corte dei Conti nell’esame del Rendiconto del 2015 che ha rilevato “il mancato rispetto dei vincoli relativi alla copertura minima dei servizi a domanda individuale”. Con questa manovra, proposta dalla Ragioneria, sarà possibile soprattutto perchè si introducono tariffazioni per le strutture culturali. La sala “Marconi” costerà 40 euro l’ora se l’evento organizzato prevede degli incassi, la metà se invece è un’attività gratuita; la “Sala Rubino” che si trova al piano terra varierà da 20 a 10 euro, con un aggiunta da 30 a 60 euro se è previsto un break a buffet. Se si vorranno realizzare mostre invece si dovranno corrispondere 40 euro al giorno per un’apertura garantita di 6 ore. Al teatro “Cielo d’Alcamo” si dovrà invece corrispondere una tariffa di 300 euro giornaliere se l’evento è previsto alla presenza di pubblico, la metà senza pubblico in sala, ma vi sono anche eccezioni a seconda della tipologia di manifestazione e di chi organizza con tariffa che scende a 50 euro; previste riduzioni dal 10 al 30 per cento se invece si prenoterà la struttura con un pacchetto prestabilito di giornate. Le previsioni di incasso sono di circa 31 mila euro l’anno, con copertura dei costi del 26 per cento. In questo modo al Comune di Alcamo si sana quello che avrebbe dovuto essere un obbligo addirittura sin dal 1983 per effetto di un decreto interministeriale: “Le strutture culturali – conferma il dirigente della Ragioneria, Sebastiano Luppino – si possono considerare incluse fra i servizi richiamati da questo decreto Interministeriale”. Le note più dolenti sono per le strutture sportive dove effettivamente l’attuale copertura era irrisoria, anzi quasi inesistente. Questo ha comportato la formulazione di una proposta da parte della Direzione IV di tariffe orarie da 5 a 6 volte superiori per l’utilizzo delle palestre Tre Santi, Palazzello, Verga, Ippolito e Pala D’Angelo dove prima si pagava 2,50 euro e ora invece da 9 a 16 euro. Per fruire dello stadio “Catella” invece dalle attuali 5 euro l’ora si passerà a 13 euro. Nonostante questa manovra di sostanziosi ritocchi all’insù, che comporterà un introito di 102 mila euro in previsione, si arriverà comunque a coprire appena il 18 per cento delle spese sostenute dal Comune. Tutto invariato per asili nido e refezione scolastica, così come per il centro disabili psichici “Oronzo De Giovanni”, dove le tariffe restano inchiodate e quindi non vi sarà alcun aumento.