Alcamo: appalto carro attrezzi, altra tegola per Scala

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Nuova tegola giudiziaria sulla politica alcamese. E’ stato chiesto il rinvio a giudizio per l’ex sindaco Giacomo Scala e per altri 4 indagati nell’ambito dell’inchiesta portata avanti dalla Procura sul tanto discusso appalto per la gestione del servizio di carro attrezzi. I reati ipotizzati sono quelli di turbativa d’asta, abuso, concorso in peculato e per uno dei quattro indagati anche la violenza privata. Alla fine dello scorso gennaio erano stati inviati gli avvisi di conclusione delle indagini all’ex primo cittadino, all’ex dirigente dell’Ufficio traffico e Protezione civile del Comune Gaspare Fundarò, all’imprenditore Davide Piccichè, indagato anche per violenza privata, Francesco Milazzo e Francesca Cassarà. Nei loro confronti il pubblico ministero aveva anche richiesto delle misure cautelari che sono state respinte sia dal giudice per le indagini preliminari che dal Tribunale della libertà. Per l’ex sindaco Scala l’ipotesi è di peculato. Le indagini sulla gestione del servizio di carro attrezzi riguardano il periodo che va dal 2005 al 2012, durante il quale si sono succedute tre ditte. Non sono state versate nelle casse comunali 35 mila 102 euro. Nel fascicolo delle indagini, oltre al materiale sequestrato al Comune tempo fa, anche delle intercettazioni telefoniche. Tutti gli indagati respingono  ogni accusa affermando di “avere agito nel pieno rispetto delle leggi”. L’indagine venne avviata a seguito di una esposto del gruppo consiliare Abc Alcamo Bene Comune che ha segnalato alcune presunte anomalie. L’inchiesta, condotta dalla guardia di finanza e dalla polizia, riguarda un appalto affidato quando Scala era sindaco di Alcamo. In pratica si è allargata a macchia d’olio l’inchiesta che porta la firma del sostituto procuratore Rossana Penna sul servizio di rimozione ad Alcamo. Nello scorso mese di febbraio 2013 la Polizia e la Guardia di Finanza hanno effettuato un blitz durato 5 ore presso gli uffici comunali, sequestrando diversi incartamenti. A seguito delle prime indagini è stato notificato, all’ex sindaco di Alcamo, un avviso di garanzia per peculato continuato aggravato, il secondo dopo quello per abuso d’ufficio e falso per la nomina di alcuni esperti sempre quando era primo cittadino. L’inchiesta si basa sul rinnovo, ritenuto illegittimo dalla Procura, dell’appalto nei confronti della società Pegaso, poi divenuta Centro Servizi Pegaso e infine Seris, nonostante il mancato pagamento alle casse comunali di circa 35 mila euro, somme dovute, per il ribasso del 38,18 per cento con il quale la società si era aggiudicata l’appalto per la rimozione dei veicoli ad Alcamo. Nel frattempo il Comune ha revocato la convenzione con questa ditta appaltatrice ma per il Comune è sorto un contenzioso: la Seris infatti ha inoltrato ricorso contro la revoca dell’appalto, sostenendo di avere tutte le carte in regola per continuare a gestire il servizio. La giunta guidata dal sindaco Sebastiano Bonventre ha approvato una delibera con la quale ha deciso di costituirsi a giudizio: “Nella considerazione della rilevante entità del danno erariale subito – scrivono sindaco e assessori – a causa delle condotte poste in essere dagli indagati”.

 

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