Alcamo, anziana accecata dalla gelosia

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Un sospetto la logorava da tempo. A dispetto della sua veneranda età sentiva ancora ribollire il sangue nelle sue vene, amava e voleva sentirsi amata. Ma questa sua focosità l’ha pagata a caro prezzo. Otto mesi e 20 giorni di carcere. Fortunatamente per lei l’età molto avanzata ha portato il giudice comunque a sospendere la pena. Protagonista di questa vicenda in salsa tutta siciliana è un’alcamese finita sotto processo dopo avere aggredito il marito scagliandogli contro un vaso in testa. L’ottantenne lo ha fatto perché morsa dalla gelosia. Un sentimento che cresceva ogni giorno di più e che aveva anche logorato il rapporto con il coniuge con il passare del tempo. Una storia d’amore naufragata in un’aggressione che poteva anche avere risvolti davvero tragici. Oggetto del contendere era marito e moglie era la figlia adottiva della coppia. Tempo fa avevano deciso di coronare il sogno di avere una figlia e la adottarono ma questa scelta si è rivelata alla fine deleteria per il rapporto d’amore tra i due anziani. L’astio è cresciuto nel tempo perché la donna ha cominciato a notare un certo feeling tra il marito e la figlia adottiva, molto più giovane di lui. Dentro quelle quattro mura domestiche cosa è realmente accaduto è difficile da potere sapere: davvero c’era del tenero tra i due oppure l’affetto tra papà e figlia è stato scambiato nel più morboso dei rapporti intimi? Magari lo scambio di carezze, le effusioni e le attenzioni sono diventate un’ossessione per una donna tipicamente sicula che in quella figlia adottiva pensava di riporre la sua felicità e invece ha finito per diventare il suo incubo. Tra mamma e figlia effettivamente il rapporto pare non essere mai decollato: alla base una mancanza di fiducia e quell’ossessione chiamata tradimento. Se poi sia davvero un’ossessione è difficile poterlo stabilire da chi non ha vissuto dentro quella casa. Si dice che le donne abbiano un certo intuito in queste cose, chissà se anche in questo caso è andata così oppure magari si possa trattare dell’eccezione che conferma la regola. Sta di fatto che la relazione tra marito e moglie diventava sempre più tesa: continui liti, grida furibonde e parole grosse sono volate da quell’appartamento nel centro storico alcamese. Sino al fatidico giorno: era il 22 maggio del 2013 quando scoppia l’ennesimo litigio tra i due sempre per lo stesso motivo, con l’anziana a rimproverare al coniuge di tradirla con la figlia adottiva. Lui ha sempre e continuamente negato sino a che non è successo l’imponderabile: in un momento di accecante rabbia l’ottantenne prende in mano un vaso e colpisce in testa il marito che cade a terra tramortito senza dare segni di vita. Sono stati momenti di panico: la corsa con l’ambulanza all’ospedale San Vito e Santo Spirito e fortunatamente la rassicurazione che si era trattato solo di uno svenimento. L’anziano presunto fedifrago se l’è cavata con 7 giorni di prognosi. La moglie è finta sotto processo e in primo grado è stata ritenuta colpevole di lesioni “personali e ingiurie”. La sua età gli ha permesso di evitare la cella. Chissà se questo calvario abbia anche calmato i suoi bollenti spiriti.

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