Alcamo-Albo esterno avvocati del Comune, boom di istanze

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Ottantadue avvocati ammessi, suddivisi in sei distinti elenchi. E’ stato subito un boom l’iniziativa lanciata dal Comune di Alcamo di attingere ad avvocati esterni per incarichi professionali legali di patrocinio, rappresentanza in giudizio dell’ente municipale, per attività stragiudiziale e per consulenze. I legali che hanno risposto all’avviso pubblico del Comune sono stati distribuiti nei vari rami secondo le proprie competenze, molti di loro si sono inseriti in più elenchi. Un albo che è stato voluto dal commissario straordinario Giovanni Arnone con l’intento di alleggerire il carico di lavoro dell’Avvocatura comunale, il cui organico è ridottissimo e non è in grado di fronteggiare tutte le incombenze che si presentano di giorno in giorno. Nella sezione di “diritto penale” figurano 16 iscritti, altri 71 invece sono in “diritto civile”, 15 in “diritto tributario”, 17 in “diritto amministrativo”, 31 in “diritto del lavoro e pubblico impiego” e 78 nella sezione speciale del “giudice di pace”. Per farne parte bastava essere abilitati all’esercizio della professione da almeno un anno in possesso dei requisiti di legge per collaborare con le pubbliche amministrazioni. Tale elenco sarà deliberato dall’organo esecutivo sulla scorta di apposita proposta di deliberazione da parte del settore competente per la materia oggetto del contenzioso. Gli impegni di spesa relativi agli incarichi saranno assunti di volta in volta al momento del conferimento dei singoli incarichi professionali. Il provvedimento del commissario del Comune prende spunto dalla carenza di dipendenti all’interno della pianta organica del Comune che sono abilitati all’esercizio della professioni di avvocati. Se ne contano infatti soltanto due e sono la dirigente del Settore, Giovanna Mistretta, e la dipendente Silvana Calvaruso. Per l’attuale capo dell’amministrazione l’Avvocatura è letteralmente sommersa da un carico di lavoro che due sole unità non sarebbero in grado di svolgere. Il tutto dovuto alle valanghe di ricorsi e contenziosi legali nelle materie civili e azioni risarcitorie, tributarie, materie di imposte locali, amministrative, di lavoro e penale. “Considerato che i noti vincoli di finanza pubblica collegati al divieto assoluto di assunzione per lo sforamento dei parametri del patto di stabilità, nonché le altrettanto note criticità del bilancio comunale – sottolinea Arnone – escludono, nel breve e nel medio termine, ogni possibilità assunzionale per l’Ente”. La stessa dirigente Mistretta aveva evidenziato l’enorme carico di lavoro a cui è sottoposto il Settore nella relazione allegata alla previsione del bilancio 2014. In particolare la Mistretta metteva in evidenza come la risoluzione anticipata tra l’Aipa e il Comune, nel 2013, avrebbe comportato un maggior numero di ricorsi a livello tributario. L’Aipa infatti garantiva accertamenti e soprattutto la verifica, incrociando le banche dati, di morosi facendo quindi aumentare gli introiti del Comune. Lo scorso anno questa società privata riuscì a emettere accertamenti per oltre un milione di euro. Il Comune ha però deciso di tagliare il rapporto anche per risparmiare. Il problema è che l’ufficio Tributi non ha personale in grado di fare questi accertamenti. Alla tirata dei conti sarà più il danno economico che altro.