Alcamo-Al cimitero le salme di 7 migranti: tra loro una mamma e due figlie

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Ci sono Raja, 36 anni, e le due figliolette Alaa e Dana di due e un anno. Da oggi potranno riposare veramente in pace: sono infatti tre delle vittime del naufragio avvenuto nel luglio scorso al largo della Libia e recuperate dalla nave Aquarius di “Medici Senza Frontiere”. Le loro spoglie mortali si trovano adesso in uno dei cimiteri di Alcamo. I loro corpi straziati dal vento e dalle onde, innocenti vittime delle follie delle guerre civili e delle persecuzioni religiose, hanno trovato finalmente un luogo dove essere accolti. Madre e le due figliolette sono state trovate sul fondo dell’imbarcazione della “speranza” riverse in una pozza di carburante. Con loro un’altra trentina di donne. Tutte con la speranza di trovare una vita migliore e invece hanno affrontato la morte non riuscendo a vincere la loro battaglia per la sopravvivenza. Il Comune di Alcamo con onore ha raccolto l’appello della prefettura di Trapani che aveva per l’appunto chiesto una disponibilità per accogliere queste salme. La cittadina alcamese ha detto “sì” dopo avere già dato l’ok alla tumulazione in precedenza di altri quattro corpi di altrettanti extracomunitari, vittime anche loro di quel naufragio. In tutto quindi Alcamo ha accolto 7 migranti, simbolo della disperazione e della follia dell’uomo. Da parte dell’istituzione comunale un segno di grande civiltà e soprattutto di accoglienza intesa non in senso strettamente materiale ma soprattutto come vero e proprio messaggio sociale. Proprio in questi giorni gli uffici del Settore Servizi tecnici del Comune hanno messo a punto l’attività burocratica affidando ad una ditta privata il servizio di inumazione delle salme. Era esattamente dal giorno del naufragio che queste sette vittime del mare cercavano casa: un casa che in realtà avevano ma da cui sono state costrette a fuggire. Nel frattempo hanno avuto solo sistemazioni temporanee e poi, a seguito di una variazione di destinazione, Alcamo ha dato l’ok ad accoglierle. Chiuso anche il capitolo burocratico finalmente per questi sette migranti arriva la vera pace, almeno spirituale: per quella terrena si dovrà attendere e chissà ancora per quanto tempo.