Alcamo, 67 precari salveranno il lavoro con altre mansioni. In mobilità i loro attuali posti

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Dal vertice pomeridiano in Prefettura al consiglio comunale di ieri sera. Il sindaco di Alcamo Domenico Surdi e l’assessore al personale Fabio Butera hanno dapprima incontrato i sindacati e quindi i gruppi consiliari. Al centro dell’agenda politica la stabilizzazione dei precari e in particolar modo il salvataggio di 67 posti di lavoro della categoria C. I lavoratori a rischio erano dapprima 104 ma un nuovo interpelllo per la categoria B ne ha già salvati 37. I sindacati hanno bene accolto le nuove aperture dell’amministrazione comunale: i dettagli del confronto saranno comunicati entro una decina di giorni, hanno detto UIL e CISL,  nel corso di un’assemblea pubblica di tutti i lavoratori.

Le nuove posizioni dell’amminsitrazione comunale alcamese sono state anche al centro del dibattito in consiglio comunale conclusosi con l’approvazione di una mozione di indirizzo volta a salvare tutti i posti di lavoro che i precari, per circa un ventennio, hanno occupato curando anche mansioni alquanto delicate e complesse. Il nocciolo della questione rimane adesso la categoria C con 67 lavoratori da stabilizzare. La giunta a breve dovrebbe emettere altri due interpelli per una trentina di posti di vigile urbano e altrettanti per la riscossione dei crediti. I precari dovrebbero quindi sostenere le consuete prove previste dal concorso e poi essere formati in quanto andrebbero ad essere impiegati in ruoli che mai avevano avuto. I posti che loro lascerebbero vacanti sarebbero coperti invece, questa pare una precisa scelta della giunta Surdi, a personale che arriverebbe al comune di Alcamo in mobilità da altri enti.

Per fare tutto ciò e per far ritrovare serenità a decine e decine di famiglie, bisognerà ovviamente che venga rimodulato il piano di fabbisogno del personale. Tutto dovrà essere ufficializzato in una nuova e  apposita riunione che si terrà a Trapani, in prefettura, entro il 22 luglio. I vertici dinanzi al Prefetto sono scaturiti dallo stato di agitazione e quindi dal successivo raffreddamento che hanno visto impegnati i sindacati di Cisl e UIL. La CGIL aveva invece preferito seguire altre strade ribadendo comunque che l’obiettivo con le altre sigle era e restava comune “salvare fino all’ultimo posto di lavoro”.