Aggiornato ‘Piano Cave’. Previsti 63 nuove ‘aree’ e incremento volume del 28%

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Aggiornato dalla Regione il Piano Cave con un decreto dell’assessore all’Energia e dei servizi di pubblica utilità pubblicato sulla Gazzetta ufficiale. Uno strumento atteso da anni dopo le istanze avanzate dagli enti territoriali e delle associazioni di categoria del settore estrattivo. L’aggiornamento del piano cave dovrebbe consentire la costituzione di circa 60 nuove imprese, con un incremento di circa 600 unità lavorative, più quelle dell’indotto. Secondo le elaborazioni del dipartimento regionale Energia al 2022 erano 278 le attività estrattive attive, con un volume autorizzato complessivo di circa 286 milioni di metri cubi (circa un milione di metri cubi per ogni attività estrattiva). In base alle statistiche realizzate con i dati forniti dai distretti minerari, i volumi residui ancora disponibili ammontano, al 2022, a circa 213 milioni di metri cubi, ovvero il 75% del volume totale autorizzato. L’aggiornamento conta l’istituzione adesso di 63 nuove Aree di piano, In definitiva, a seguito dell’aggiornamento, il Piano Cave della Regione prevede: 101 Aree di primo livello, 84 Aree di secondo livello, 210 Aree di completamento, 6 Aree di recupero e 50 Aree di primo aggiornamento. Nel trapanese nessuna area di aggiornamento e nemmeno di recupero. Presenti invece aree di completamento a Calatafimi, Castellammare del Golfo, Castelvetrano, Trapani, Marsala, Favignana e Mazzara del Vallo. Il piano prevede pure arre di primo livello a Custonaci, il più grande bacino estrattivo d’Italia con Carrara, e Marsala.  Le 63 nuove aree di piano porteranno un incremento di superficie di circa 13 milioni di metri quadrati. La superficie totale passa quindi in totale a circa 171 milioni di metri quadrati, con un incremento dell’8%. I volumi derivanti da queste istanze, considerando una media di un milione di metri cubi per attività estrattiva, potrebbero ammontare a circa 60 milioni di ulteriori metri cubi di materiali estratti, portando il totale, considerando i volumi residui dei giacimenti, a un incremento di circa il 28%.