Acqua-scooter di soccorso marciscono. Costati 100.000 euro ma non ne parla più nessuno

0
97

Sei acqua-scooter di soccorso marino ferme in Sicilia, dal 2014 e rinchiuse, a marcire, in chissà quale magazzino.  Vennero acquistate nel 2012 dalla SEUS per oltre 70.000 euro di denaro pubblico, alla somma bisogna aggiungere le spese per le attrezzature accessorie e per la formazione del personale.  Funzionarono soltanto per un paio di estati anche nel mare di Castellammare del Golo e di San Vito Lo Capo. Nel 2015 finirono nel dimenticatoio con grande sorpresa dei 25 operatori soccorritori formati a suo tempo con patente nautica, brevetto di bagnino e abilitati a guidare le idromoto da 1500 cavalli. La vicenda, di cui nessuno parla ma che è un segno evidente di danno all’erario, tornò alla ribalta delle cronache politiche nel 2018 quando la parlamentare regionale Eleonora Lo Curto, marsalese, fece approvare all’ARS un emendamento alla finanziaria con cui vennero stanziate le somme necessarie a rimettere in mare gli acqua-scooter di soccorso.

Sono trascorsi altri quattro anni e la quinta stagione balneare è già cominciata. Anche qui la burocrazia regionale si è contraddistinta in lentezza con gli immancabili scarica-barile fra un dirigente e un altro. A complicare le cose anche la querelle nata fra  CONI e capitanerie di porto che fece saltare il protocollo d’intesa che avrebbe affidato la gestione delle moto d’acqua di soccorso alla FIN, la federazione italiana nuoto. Non se ne fece più nulla e tutto terminò nuovamente nel dimenticatoio nel silenzio più assoluto della politica, dell’associazionismo, della società civile, degli amministratori locali.

Saltato anche l’impiego di un altro mezzo identico già in dotazione alla Pro Loco di Marsala. Adesso, ovviamente, quelle somme inserite nella legge di stabilità del 2018 dell’ARS non sono più utilizzabili e l’onorevole Lo Curto ha definitivamente issato bandiera bianca per una battaglia che apparve persa già in partenza. La deputata marsalese ottenne per i sei mezzi d’acqua soltanto una corposa manutenzione. Forse la sicurezza in mare per cittadini e turisti non viene ritenuta una priorità da perseguire.