Ha confermato davanti ai giudici del tribunale di Trapani le accuse nei confronti di una donna alcamese che le avrebbe proposto facili guadagni se avesse accettato di avere rapporti sessuali con clienti che avrebbe procurato. A rincarare la dose anche la mamma, entrambe di Castellammare, alla quale avrebbe confidato quelle proposte fatte, durante un appuntamento, in un bar di Alcamo Marina. Il processo si sta celebrando con il rito ordinario e vede imputati due alcamesi: una donna e il titolare di una struttura ricettiva imputati di reati inerenti lo sfruttamento della prostituzione. La donna, una casalinga alcamese, difesa dall’avvocato Maurizio Lo Presti, è imputata dei reati di induzione, favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione. Il titolare della struttura ricettiva, (assistito dall’avvocato Vito Galbo), deve rispondere solo di favoreggiamento della prostituzione.
Durante l’ultima udienza ascoltato il sottufficiale dei carabinieri che ha proceduto all’ascolto delle intercettazioni. Nella prossima udienza fissata per il tre marzo sono state invitate a testimoniare due donne che si sarebbero prostituite, come risulterebbe dalle intercettazioni. In pratica avrebbe accolto la proposta fatta dalla signora alcamese. Le indagini, condotte dai carabinieri di Castellammare, scattarono nell’agosto del 2018 dopo che una giovane donna, abitante nella cittadina del Golfo, consegnò ai militari la registrazione di due conversazioni durante le quali la casalinga alcamese l’avrebbe invitata a rendersi disponibile per rapporti sessuali a pagamento allo scopo di potere condurre un migliore tenore di vita.
Le indagini dei militari partirono, dopo la denuncia presentata dalla giovane di Castellammare. Indagini portate avanti soprattutto con intercettazioni telefoniche e ambientali. Una cimice venne piazzata anche nell’auto della casalinga alcamese. I rapporti sessuali si sarebbero consumati anche all’interno di auto. Costo 250 euro. Dopo la deposizione delle due donne verranno chiamati una quarantina di testimoni ovvero presunti clienti.