Trapani: crisi marmo, vertice alla Regione

    0
    464

    TRAPANI – La crisi del marmo in provincia di Trapani al centro di un vertice che si è tenuto questa mattina all’assessorato regionale alle Attività produttive. Faccia a faccia tra l’assessore Linda Vancheri, il presidente di Confindustria Trapani, Gregorio Bongiorno, il presidente della Sezione Marmi, Vito Pellegrino, e i dirigenti dell’assessorato che seguono le problematiche del settore. L’incontro ha dato vita ad una task-force tra addetti ai lavori e funzionari responsabili dei diversi assessorati che si riuniranno periodicamente per esaminare le proposte che provengono dalle imprese. Sin da subito si è stabilito di allargare questo tavolo di lavoro anche agli altri assessorati competenti: quindi quelli al Territorio e Ambiente, Energia e Beni Culturali. “Sono molto soddisfatto per l’importante risultato che abbiamo raggiunto oggi attraverso una linea diretta con le istituzioni competenti – ha dichiarato Bongiorno al termine dell’incontro – e sono certo che questo gruppo di lavoro porterà risultati concreti per le nostre imprese”. “Occorre fare presto – ha sottolineato Vito Pellegrino – poiché sono tante le criticità da risolvere ed atteso che sono in corso le procedure di revisione del Piano Regionale delle Cave, strumento di programmazione e pianificazione del comparto che ha lo scopo preciso di valorizzare i prodotti lapidei di pregio siciliani e che a tale esigenza deve rispondere e corrispondere”. Recentemente è stato lanciato un grido d’allarme degli operatori del marmo fortemente preoccupati per le possibili limitazioni all’attività estrattiva dei materiali lapidei di pregio che potrebbero derivare dal Piano Forestale Regionale. Secondo quanto sostiene Confindustria la Regione avrebbe combinato un vero e proprio pasticcio, vincolando alcune aree nell’ambito del piano forestale 2009-2013 adottato con Decreto presidenziale il 10 aprile del 2012. “Questo piano – secondo Confindustria Marmo Trapani – insiste anche nel bacino marmifero di Custonaci e dove in larga misura si sovrappone alle aree individuate come estrattive dal precedente piano dei materiali lapidei di pregio”. Il che significa che le aree del piano forestale non possono essere in alcun modo alterate, motivo per cui non si potrebbe più procedere all’operazione di estrazione del marmo. Una vera beffa per gli operatori del settore trapanese se si considera che per 30 anni il settore è rimasto praticamente ingessato in attesa del decreto del Presidente della Regione che è arrivano nel 2010 con il quale è stato varato il piano regionale delle cave quale strumento di pianificazione e programmazione per l’estrazione. Se le cose dovessero restare così l’economica del settore marmifero in provincia di Trapani rischia davvero grosso. Infatti il solo comparto marmifero di Custonaci rappresenta ben l’85 per cento della produzione isolana ed oltre il 5 per cento di quella nazionale, che occupa circa 3.000 unità oltre l’indotto con un fatturato di circa 100 milioni di euro, di cui più del 90 per cento destinato all’export. Sono questi i dati snocciolati da Confindustria Trapani che si continua a dire sempre più preoccupata.