Confessa, ritratta, resta in carcere, abbandonato dai parenti. Misteri sulla morte di Ruxandra Vesco

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da sinistra: Torrente, Vesco, luogo ritrovamento resti

La richiesta di perizia psichiatrica è stata respinta ma dopo oltre cinque mesi dall’arresto il pescatore, che ha piccoli precedenti penali, rimane sotto osservazione nell’infermeria del Pagliarelli e non viene trasferito fra i detenuti comuni. E’ questo uno degli aspetti  giudiziari che avvolgono la storia di Damiano Torrente, il pescatore palermitano dell’Acquasanta che il 6 agosto aveva confessato ai carabinieri di aver ucciso Ruxandra Vesco, rumena che per diversi anni ha vissuto ad Alcamo invia Scio.  Della donna, che da piccola era stata adottata da una famiglia alcamese, non si avevano più notizie dall’ottobre del 2015 e nessuno aveva presentato formale denuncia.

La confessione del presunto omicida (pare invogliata da un sacerdote), che però poi ha ritrattato, aveva consentito il ritrovamento di un cadavere in un dirupo di via Monte Ercta, alla periferia del capoluogo isolano. Da allora, dopo 5 mesi, il legale dell’uomo, l’avvocato Alessandro Musso, non ha ricevuto dalla procura alcun risultato dell’esame del DNA effettuato alla fine dello sorso mese di agosto. I tempi, quando si tratta di resti umani particolarmente datati, non sono per niente celeri, ma adesso il periodo appare particolarmente lungo. In procura vige ovviamente il segreto istruttorio anche perché pare che i pm abbiano disposto una proroga delle indagini.

Damiano Torrente è un personaggio magari particolare, ha confessato di fare uso di cocaina e, un anno e mezzo fa alla squadra mobile, di avere anche commesso omicidi (compreso quello di Ruxandra Vesco), ma sembra che tutto proceda fra silenzi, misteri e lentezze. Fra l’altro l’uomo in carcere non avrebbe ricevuto la visita di alcun parente o familiare. Colloqui soltanto con il suo avvocato. Del corpo della vittima, la bella rumena alcamese d’adozione, sono stati rinvenuti resti di diverse ossa, anche una protesi di un’anca. La donna ne aveva subito l’installazione, sempre se quelle ossa siano veramente di Ruxandra Vesco.

Anche Ruxandra non era uno stinco di santa. Tutt’altro. Era invece una truffatrice che vantava denunce in procura di mezza Italia. ll suo ‘cavallo di battaglia’ era quello di spillare denaro in cambio di allettanti promesse di posti di lavoro. Poi anche l’uso fraudolento e illecito di carte di credito altrui, sottratte o prestate. Un modus operandi costante, quello della rumena alcamese, che potrebbe fare ipotizzare come anche Damiano Torrente possa essere stato sua vittima. Tanta la rabbia delle innumerevoli persone truffate da spingerle ad aprire una pagina facebook denominata “Truffatrice ad Alcamo” e dedicata proprio a Ruxandra Vesco.