Dopo l’estate alle urne per Presidente e 90 parlamentari dell’ARS

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    Ci sarebbe già la data, il 21 ottobre. Ci sarebbe già l’accordo politico tra le segreterie regionali con l’avallo di quelle nazionali. Insomma sia che Raffaele Lombardo venga rinviato a giudizio per concorso esterno e voto di scambio e sia che invece prevarrà la linea della sua difesa, i siciliani dopo l’estate si ritroveranno alle urne per eleggere il nuovo Presidente della Regione e la nuova assemblea regionale siciliana.

    Al di là delle disquisizioni politiche che arriveranno comunque dopo le prossime elezioni amministrative e la tenuta del Governo nazionale vista la nuova aria di tempesta finanziaria in arrivo, e non solo in Italia, i parlamentari siciliani hanno già deciso che saranno di nuovo in 90 e quindi nessuna diminuzione dei seggi all’Ars, emolumenti in pratica compresi. Crisi permettendo insomma il mondo della politica continua ancora a decidere preservando se stessa, inchieste giudiziarie, crisi economica e sociale a parte che sembra rimane ancora, per la politica, un problema solo dei lavoratori e dei cittadini e che non debba sfiorare loro.

    Nessun nome ancora trapela, ovviamente, per quel che riguarda la candidatura a Presidente della Regione. Lombardo comunque sembra non si ricandiderà. Si attende altro, forse il passaggio delle vacanze estive, dopo le amministrative di maggio. La politica insomma guarda lontano anche se guarda lontano per sé. Come se il prezzo della benzina, i licenziamenti, il precariato, i debiti bancari e le inchieste non la riguardano, convinti forse che come sempre nulla cambierà e che le tempeste politiche, sociali ed economiche alla fine vengono vissute solo dalla parte più debole della società, i lavoratori appunto, sia pubblici che privati.

    Di andare a elezioni ora a giugno invece non se ne parla sia perché mancano i tempi tecnici e sia perché gli accordi si fanno quando tutti, o quasi, nelle segreterie, sono d’accordo su un punto che rimane, appunto, quello di preservare se stessi.

    Se Raffaele Lombardo sarà rinviato a giudizio lui stesso si dimetterà comunque prima ancora che sarà comunicata l’ufficializzazione del suo eventuale rinvio a giudizio. Lo ha fatto sapere lo stesso Lombardo alla stampa e in pratica anticiperebbe le formazioni politiche, il PD essenzialmente, che gli toglierebbero la fiducia al governo in caso di rinvio a giudizio.

    Ormai è quasi certo dunque, dopo la richiesta di rinvio a giudizio coatto per concorso esterno in associazione mafiosa e voto di scambio per Lombardo e il fratello Angelo da parte della procura di Catania, è ormai quasi certo che si andrebbe ad elezioni anticipate.

    «Mi dimetterò un minuto prima che il giudice decida su rinvio a giudizio o archiviazione. Anche se deciderò a chiedere il rito abbreviato mi dimetterò un minuto prima del pronunciamento dei giudici. I tempi? Credo che non ci sia alcuno che possa prevederli».