Castellammare del Golfo-Rischio infiltrazioni mafiose, arriva il Comitato per l’ordine pubblico

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Oltre un cinquantina di milioni di euro in opere pubbliche. Per Castellammare del Golfo un’ondata di oro che se da una parte è una vera manna dal cielo in un territorio assetato di investimenti, dall’altra però all’orizzonte si avvicina l’ombra della criminalità organizzata. Tanti soldi che sono appetibili da Cosa nostra in un territorio a forte rischio di infiltrazioni criminali: ancora aperta la ferita del 2006 quando il ministero dell’Interno sciolse giunta e consiglio comunale per collegamenti diretti con la mafia. Sulla scorta di queste considerazioni è stato il sindaco Nicola Coppola in persona a chiedere oggi la convocazione del comitato per l’ordine pubblico e la sicurezza: a sedersi attorno ad un tavolo il prefetto Giuseppe Priolo, il procuratore aggiunto di Trapani Ambrogio Cartosio, i comandanti provinciali dei carabinieri e della guardia di finanza ed il questore. Questa mattina si sono confrontati al municipio castellammarese con l’amministrazione comunale ed è stato condiviso il timore: “Senza dubbio dobbiamo vigilare e stare attenti – ha evidenziato Priolo – garantendo una massiccia presenza dello Stato per scongiurare qualsiasi tentativo di inquinamento. In quest’ottica sarà importante un costante scambio di informazioni tra le istituzioni del territorio”. La seduta si è aperta subito con l’allarme lanciato dal primo cittadino: “L’arrivo di questi importanti finanziamenti per la nostra città – ha metaforicamente dichiarato – è come un barattolo di miele che inevitabilmente finisce con attirare le mosche. Dobbiamo fare da scudo per evitare che si possano manifestare delle infiltrazioni a garanzia della collettività”. La fetta più grossa di fondi è attesa per il completamento del porto: per i due stralci ci sono in ballo ben 24 milioni di euro. Altrettanti invece stano arrivando attraverso il Cipe per la realizzazione del depuratore e della rete fognaria della borgata di Scopello. Ci sono poi altre centinaia di migliaia di euro provenienti dal “Patto per il sud”. Un flusso economico di enorme importanza a cui la mafia castellammarese ha sempre storicamente guardato con occhi interessati. Da considerare che proprio i lavori al porto sono fermi dal 2010 quando scattò un’operazione delle fiamme gialle in cui emerse l’interesse della mafia e l’utilizzo di cemento depotenziato. Questo a conferma della delicatezza del territorio e dell’ancora forte percezione della presenza di Cosa nostra. Appena 3 mesi e mezzo fa, da non dimenticare, l’ennesima operazione antimafia che ha portato in carcere il boss del paese Mariano Saracino e altri suoi presunti fiancheggiatori con cui si era costruito un sistema che imponeva l’acquisto del calcestruzzo da una ditta “amica”.