Castellammare del Golfo-Tentato omicidio agricoltore, richieste due perizie

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Quale la capacità offensiva dell’arma? Il colpo ha attinto gli organi vitali? Questi gli interrogativi posti dalla difesa che adesso punta dritto, in tutta evidenza, a demolire l’impianto accusatorio che pesa come un macigno sul castellammarese Antonio Zummo, sulla cui testa pende un presunto “tentato omicidio” nei confronti di un suo ex collega di lavoro di un’azienda agricola di Castellammare del Golfo. L’avvocato Maurizio Lo Presti, che difende Zummo, dopo avere ottenuto il rito abbreviato adesso ha avanzato alcune richieste al tribunale affinchè si faccia luce sull’episodio. In buona sostanza sono stati richiesti due mezzi di prova: uno è la perizia balistica per verificare la capacità offensiva dell’arma usata contro il collega di lavoro, l’altra è invece una perizia medico-legale per verificare se il colpo esploso dall’arma utilizzata da Zummo abbia colpito gli organi vitali. Il prossimo 3 novembre il Gup si esprimerà in merito, al momento si è riservato ogni decisione. Zummo, 30 anni, finì in carcere dopo una serrata indagine dei carabinieri che raccolse una serie di forti indizi nei suoi confronti. Secondo l’accusa avrebbe provato a fare fuori un collega di lavoro tunisino per vendetta, perché convinto che il suo licenziamento dall’azienda agricola, avvenuto pochi giorni prima, fosse stato proprio a causa sua. Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti Zummo sarebbe stato licenziato dal suo datore di lavoro per scarso rendimento nella coltivazione di un terreno in contrada Gagliardetta, alla periferia di Castellammare del Golfo. Il trentenne avrebbe avuto il giorno prima di colpire un diverbio con il suo collega di lavoro, per l’appunto il tunisino, che lo avrebbe accusato di poco impegno. Convinto quindi che fosse stato proprio l’extracomunitario ad averlo fatto licenziare, avrebbe programmato nei dettagli la spedizione punitiva. All’indomani del suo licenziamento, all’alba, si è nascosto nel terreno agricolo aspettando l’arrivo dell’oramai ex collega e con un fucile a pallini gli ha sparato a pochi metri di distanza mirando sul viso. Una mira che non si è rivelata infallibile: seppur ridotto in fin di vita la vittima è riuscita a chiedere aiuto e nel frattempo si è fatta soccorrere dal 118. Ricoverato al Villa Sofia di Palermo i medici hanno dovuto sottoporlo ad un delicatissimo intervento chirurgico estraendogli diversi pallini da ogni parte del volto, persino dall’occhio. Nel frattempo Zummo, sempre secondo l’accusa, si era dato alla “macchia” ma poche ore dopo venne rintracciato mentre tentava di rincasare nell’abitazione in cui risiedeva insieme alla convivente e arrestato. Nel contempo i carabinieri, a poche decine di metri di distanza dal luogo in cui si è consumato il presunto tentato omicidio, rinvennero un fucile calibro 12 con matricola abrasa insieme a diverse munizioni. Si presume sia l’arma utilizzata per tentate di uccidere il tunisino.