28° anniversario della Strage di Capaci. Il sindaco Surdi coinvolto dal clima di riflessione

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Il sindaco di Alcamo depone la corona ed espone il lenzuolo

Celebrazione diversa rispetto a tutte le precedenti, causa il divieto di raduni e assembramenti, ma ricordo e gratitudine verso Giovanni Falcone sempre intatti e forse ancora più forti. Così ieri è stata ricordata la Strage di Capaci del 23 maggio 1992 quando la mafia fece saltare in aria un tratto di autostrada causando la morte del giudice, della moglie Francesca Morvillo e di tre agenti della scorta, Di Cillo, Montinaro e Schifani.

Le manifestazioni, senza cortei e convegni aperti al pubblico, si sono comunque tenute dappertutto. Poi, nel pomeriggio, alle 18 un commovente flash-mob: tutti sui balconi, davanti a delle lenzuola bianche, a cantare l’inno d’Italia. Proprio come quella tragica primavera di 28 anni fa quando a Palermo nacque il “Comitato dei lenzuoli. A pochi giorni dall’attentato, il capoluogo isolano stese “lenzuola bianche” in segno di protesta. La gente onesta, per la verità tanta, aveva capito che la l’indignazione era importante e che bisognava dire basta a Cosa Nostra.

Anche Alcamo ieri, nel giorno del XXVIII anniversario della “Strage di Capaci”, divenuta pure Festa Nazionale della Legalità, ha voluto offrire la sua partecipazione. In mattinata il primo cittadino Domenico Surdi, accompagnato dal presidente del consiglio comunale Baldo Mancuso e dall’arciprete mons. Aldo Giordano, ha deposto una corona d’alloro in piazza Falcone Borsellino, luogo dedicato ai due padri del maxi-processo e dilaniati dal tritolo, nel 1992, a distanza di un paio di mesi l’uno dall’altro.

Il primo cittadino ha anche preso parte ad un importante convegno on-line organizzato da docenti e studenti delle quattro università siciliane che hanno voluto realizzare una seduta aperta della loro assemblea. Oltre a Domenico Surdi sono intervenuti, fra gli altri, il ministro per la ricerca Manfredi, il capo di Stato Magiore dei Carabinieri, Teo Luzi, il direttore generale della Treccani ed ex ministro Massimo Bray, il questore di Palermo, Renato Cortese.

Il momento più toccante della giornata è stato comunque quello dedicato all’esposizione delle lenzuola bianche come segno di protesta contro la mafia e l’illegalità. Anche il sindaco di Alcamo ha voluto attaccare il drappo bianco al suo balcone, proprio quello di pertinenza del suo gabinetto, che dalla facciata principale del palazzo di città guarda sul centro di piazza Ciullo.

“I comuni e la pubblica amministrazione – ha scritto Surdi su facebook – hanno un ruolo determinante nella lotta alla mafia e alla corruzione. Occorre lavorare ogni giorno per promuovere l’efficienza nei servizi erogati ai nostri cittadini, in modo da non lasciare spazio ad organizzazioni criminali. Per onorare la memoria di chi come Giovanni Falcone ha donato la vita in questa lotta – ha continuato il sindaco di Alcamo – dobbiamo improntare le nostre azioni al rispetto delle regole. Confido ancora una volta nei giovani, nel loro impegno civile e politico: abbiamo sempre più bisogno di politici e funzionari che siano retti moralmente ma anche competenti, appassionati, capaci di servire le Istituzioni – ha concluso Domenico Surdi –.Proprio come Falcone ci ha insegnato”.