14 anni a Bonafede, ‘alter ego’ di Messina Denaro. Pene che si confermano pesanti

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Pene che si confermano pesanti per i fedelissimi di Matteo Messina Denaro, coloro che, in una maniera o in un’altra, gli avevano consentito di rimanere libero e, negli ultimi anni, di ritornare a vivere, quasi indisturbato, nel suo territorio. La condanna è adesso arrivata per Andrea Bonafede. Il GUP ha inflitto ben 14 anni di reclusione a quello che era ”alter ego’ di Messina Denaro, il geometra che ha prestato la sua identità al super latitante consentendogli di curarsi, di comprare un appartamento, di acquistare l’auto. Il giudice ha quindi accolto le richieste dei Pm Piero Padova e Gianluca De Leo che ritengono Bonafede molto più di un semplice favoreggiatore. Al geometra campobellese è stata contestata l’associazione mafiosa. Stessa accusa per l’amante storica del capomafia, la maestra Laura Bonafede che è ancora in attesa della sentenza dopo che la procura della DDA ha chiesto per lei ben 15 annidi carcere. Pene, che sono state di poco attenuate dalla scelta del rito abbreviato, pesantissime come quelle già inflitte ai vivandieri del boss Lorena Lanceri e il marito Emanuele Bonafede, cugino del geometra che ieri è stato condannato a 14 anni. Altre condanne, nel corso del tempo, anche per l’autista di Messina Denaro, Giovanni Luppino, arrestato con il boss il 16 gennaio nei pressi della clinica ‘La Maddalena’ di Palermo, e per un altro Bonafede, omonimo del geometra e sempre campobellese, che faceva avanti e indietro dal medico Alfonso Tumbarello con le ricette e le richieste di esami per il capomafia. Il processo contro il sanitario, accusato di concorso esterno e falso ideologico per avere “personalmente visitato” Matteo Messina Denaro, all’epoca latitante, e avere firmato 137 richieste di visite specialistiche e di farmaci a nome di Andrea Bonafede, ha però il via dianzi al tribunale di Marsala lo scorso 24 gennaio. Il Giudice per le Udienze Preliminari ha ammesso l’Ordine dei Medici di Trapani come parte civile assieme all’Associazione Antiracket di Trapani, l’Associazione Caponnetto, il Comune di Castelvetrano e il Comune di Campobello di Mazara. Quel che unisce molti dei personaggi del cerchio magico del padrino di Castelvetrano è l’assoluta dedizione verso di lui.