Alcamo: morte bimbo, dopo l’autopsia non cambia quadro accusa

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L’esame autoptico sul corpicino del piccolo Lorenz non ha svelato nulla di immediatamente evidente. Nessun segno di violenza, nessuna complicazione neurologica o polmonare, nessuna lesione. Solo gli esami tossicologici e istologici potranno svelare le reali cause della morte del bimbo di 5 anni, trovato senza vita lunedì mattina nel letto della sua abitazione nel centro storico di Alcamo. Analisi di laboratorio che saranno pronte non prima della prossima settimana, mentre la perizia del medico legale, Paolo Procaccianti, che ha eseguito l’autopsia, sarà depositata, così come prevede prassi, entro 60 giorni. Le ultime informazioni date dal procuratore della Repubblica di Trapani, Marcello Viola, sono quelle che evidenziano come il quadro probatorio sul caso della morte del bimbo non abbia subito alcuna modifica sostanziale. In pratica resta la madre l’unica indagata per il decesso del bimbo anche se il caso resta ancora avvolto nel mistero. Chi conosce la donna, una messicana di 32 anni, giura che mai e poi mai si sarebbe aspettato un gesto simile. L’accusa nei suoi confronti, formulata dalla Procura, è quella di omicidio premeditato: l’ipotesi è che abbia costretto il figlio ad ingerire un gran quantità di farmaci da lei stessa utilizzati per curare una forma di depressione. La donna si è sempre professata innocente, sostenendo che sarebbe stato il figlio ad ingerire le gocce a sua insaputa, in un attimo di distrazione. Ci sono però molti elementi fortemente indiziari che inchioderebbero la giovane mamma che al momento si trova rinchiusa nel carcere di San Giuliano a Trapani in isolamento e sotto stretta osservazione per evitare possibili gesti inconsulti. D’altronde la stessa indagata aveva fatto intendere di essere pronta al suicidio: gli inquirenti hanno trovato una lettera in cui annunciava la morte sua e del figlio. Poi, cosa sia scattato nella sua mente e o cosa davvero sia successo è un mistero. Una vicenda chi mischia in sé dolore, angoscia, degrado economico e culturale. La messicana viveva in una casa molto modesta in via Amendola, non aveva un lavoro fisso e veniva spesso aiutata attraverso la Caritas della chiesa Madre. Neanche le dichiarazioni dell’ex marito, ascoltato ieri per diverse ore dagli inquirenti, sono riuscite a cambiare sostanzialmente le direzioni dell’indagine. L’uomo, che viveva in Germania e si guadagnava da vivere facendo il pizzaiolo, non ha fornito dichiarazioni che possano in qualche modo fornire elementi in più all’indagine. Ha confermato il suo rapporto burrascoso con la ex ma nulla di più. La donna era ancora molto gelosa dell’ex consorte, tanto che teneva in borsa una specie di bambola vodoo con diversi spilloni infilzati. Quando i poliziotti gli hanno chiesto spiegazioni ha asserito che in questo modo controllava se il marito la tradiva. La salma del bimbo è stata restituita ai familiari. Oggi, alle 16,30, si terranno i funerali presso la chiesa Sant’Anna-Cappuccini: ad officiarli sarà l’arciprete Monsignor Ludovico Puma, che farà le veci dell’arcivescovo di Trapani Pietro Maria Fragnelli.

 

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