Alcamo: asili nido, tariffe insù e rivoluzione

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Sei fasce di reddito e non più quattro come in passato, aumento generalizzato delle rette, rimodulazione degli orari, implementazione dei servizi. Gli asili nido ad Alcamo si avviano a subire una piccola rivoluzione rispetto all’attuale sistema. La giunta guidata dal sindaco Sebastiano Bonventre ha dato una prima impronta di quella che sarà la nuova gestione dei due asili nido presenti in città. Per il momento ad essere dato è solo un indirizzo di massima, nelle prossime settimane sarà invece definito tutto nei dettagli. A risaltare in primis è l’aumento delle rette previsto: per i redditi più bassi, quindi quelli sino a 18 mila euro, un aumento che non dovrebbe superare il 10 per cento, poi invece sono previsti ritocchi all’insù sostanziosi, dando quindi seguito all’idea che chi più guadagna più paga nell’ottica di un ragionamento di solidarietà sociale. Le fasce di reddito diventeranno due in più ma sostanzialmente la novità più importante sarà per l’appunto l’introduzione di fasce per redditi alti. Infatti allo stato attuale l’ultima fascia è quella che prevede redditi dai 18 mila e 76 euro in su: saranno fatte delle distinzioni, con ingresso di nuove fasce e quindi tariffe per chi ha redditi superiori a questa cifra. Manna dal cielo per le asfittiche casse dell’ente municipale: “La nuova rideterminazione delle fasce – sottolinea la responsabile del procedimento del Comune nel testo di deliberazione, Francesca D’Angelo – comporterà una maggiore entrata nelle casse comunali”. Ad essere rivisto anche il numero dei bambini da ammettere ai due asili nido in relazione alle relative fasce di reddito Isee del nucleo familiare di appartenenza in base al servizio richiesto, da articolare in relazione alla domanda espressa, ferma restando la possibilità di compensare, in caso di disponibilità dei posti, attingendo prioritariamente dalla fascia reddituale più bassa, compensando vicendevolmente, in caso di disponibilità dei posti, sia le fasce di contingenza che le sezioni. Questo per effetto del fatto che negli anni precedenti, statisticamente, le richieste d’iscrizione pervenute per la sezione dei lattanti (dai 3 ai 12 mesi) sono state inferiori a quelle della sezione dei divezzi (dai 2 ai 3 anni). Proprio per questo motivo è stato ritenuto di dovere rideterminare il numero di bambini da inserire in ogni sezione, lasciando comunque sempre a 120 posti il limite massimo. Ora però per la sezione lattanti sono previste al massimo 24 iscrizioni, mentre per le altre due sezioni, che prevedono le iscrizioni dei bimbi da uno a tre anni, a 48 unità.