Zootecnia in Sicilia. Sindacato: “Allevamenti in crisi. 1.600 a rischio chiusura”

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Azienda Agricola "Soto al Croz" di Corradi e Caneppele, produttori di latte per formaggio Vezzena (Lavarone) maggio 2012

“Ben 1.600 aziende zootecniche siciliane a rischio chiusura a causa dei costi di produzione elevatissimi rischiano di abbassare le saracinesche  per l’ennesima mazzata determinata dallo stop dell’assistenza tecnica. Lo rende noto Marilina Barreca presidente della Federazione Allevatori Sicilia (Fas) con riferimento all’impugnativa per illegittimità costituzionale da parte dell’avvocatura dello Stato degli articoli dell’esercizio provvisorio del bilancio relativi proprio all’assistenza tecnica ad allevatori e del programma ministeriale dei controlli dell’attitudine produttiva latte e carne. Si tratta di servizi dati dall’istituto sperimentale zootecnico per la Sicilia. «Questo provvedimento – afferma – arriva in un periodo in cui gli allevatori subiscono l’aumento dei costi di oltre 100 per cento, non hanno la giusta remunerazione per le produzioni, primo tra tutti il latte che continua a essere pagato al di sotto di quanto costano mangimi e luce e altre materie prime indispensabili per produrlo e non mettere i sigilli alle loro aziende».

Dopo anni gli allevatori siciliani stavano avendo nuovamente «quell’indispensabile supporto non solo per mantenere sano il patrimonio zootecnico regionale ma anche per avere una posizione nel mercato nazionale grazie a un importante lavoro fatto sulla genetica. La bocciatura significa che i tecnici dell’istituto prendono lo stipendio nè rimborsi e ciò ha determinato lo stop del percorso virtuoso intrapreso. Se continua questo stallo si perderanno dei lavoratori capaci che conoscono il territorio, le imprese e gli aspetti legati alla loro crescita. Noi siamo disponibili a un incontro con le istituzioni e con i tecnici – conclude la presidente – ci sono soluzioni idonee per il superamento dell’attuale criticità ed evitare l’ennesima interruzione».