Aveva minacciato militare dopo sequestro ombrelloni a San Vito Lo Capo, condanna diventa definitiva

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Violenza privata ed oltraggio a Pubblico Ufficiale. Confermata in Cassazione, e quindi divenuta definitiva, la condanna ad un anno e sei mesi di Andrea Di Liberti, 65 anni, marito di una operatrice turistica  di San Vito Lo Capo.  A sporgere a suo tempo denuncia fu Tommaso Rallo, comandante della Guardia Costiera di San Vito Lo Capo, che nel 2015 mise a segno un’attività di contrasto all’occupazione abusiva della spiaggia e sequestrò 2.100 ombrelloni e 4.600 sdraio.  Quel sequestro preventivo riguardò 12 società e tra queste anche quella della moglie di Andrea Di Liberti.

Quest’ultimo presentatosi poi  presso l’ufficio della Guardia Costiera di San Vito per ottenere soddisfazione rispetto al sequestro operato il giorno prima, non sarebbe stato ricevuto dalla parte offesa per questioni di servizio. Circostanza questa che avrebbe condotto l’imputato a scagliare ingiurie e minacce urlate nei confronti del comandante poi incrociato in strada, innanzi agli uffici della Guardia costiera e alla presenza di diversi turisti. Nel 2018 il Tribunale di Trapani aveva assolto Di Liberti perché “il fatto non costituisce reato”.

A seguito dell’impugnazione della da parte della Procura di Trapani, è stata chiesta e riaperta l’istruttoria dibattimentale e nell’ottobre 2021 la Corte di appello di Palermo, in riforma della decisione emessa in primo grado, ha condannato il sanvitese a un anno e sei mesi di reclusione oltre che al pagamento delle spese di entrambi i gradi di giudizio.

Decisione confermata adesso dalla Suprema Corte che, oltre alla condanna emessa, ha denunciato per falsa testimonianza, Gaspare Di Liberti, fratello dell’imputato. Il Comandante Tommaso Rallo si è costituito parte civile difeso dall’avvocato trapanese, Fabio Sammartano.