Verso il ritorno delle province, primo OK in commissione all’ARS. Si voterà in primavera

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Il giro per le commissioni parlamentari dell’ARS è cominciato e il DDL province si avvia all’approvazione finale. La strada è quindi intrapresa. Dopo 10 ritorneranno in Sicilia le province. Ieri l’ok della commissione affari istituzionali. Adesso toccherà a quella bilancio e poi, dopo la pausa estiva, il DDL arriverà a Sala d’Ercole per il via libera definitivo. Il disegno di legge reintroduce le elezioni di primo livello per gli enti intermedi e prevede 60 collegi da 120 mila abitanti. In commissione è arrivato il voto contrario soltanto del Movimento 5 Stelle.

Il centrodestra siciliano è soddisfatto del risultato anche perché la reintroduzione dell’elezione diretta per le province rappresentava un obiettivo del programma di governo. I siciliani quindi, dopo il colpo di spugna di Crocetta di un decennio fa, torneranno a scegliere i propri rappresentanti istituzionali ponendo fine ad un lunghissimo periodo di commissariamento che ha prodotto enormi disservizi soprattutto agli istituti scolastici superiori e alle strade provinciali. Le elezioni provinciali dovrebbero tenersi in Sicilia la prossima primavera. Secondo la tabella di marcia, comunque, i siciliani potranno tornare al voto proprio nel 2024, in una data utile da individuare dalla metà di aprile alla fine di giugno. Sei le province che andranno al voto, sempre qualora l’iter legislativo non torvi intoppi, Trapani, Agrigento, Enna, Caltanissetta, Ragusa e Siracusa e tre le aree metropolitane, quelle di Palermo, Catania e Messina. Elezione diretta del presidente della provincia e del consiglio provinciale. Il sistema elettorale prevede lo sbarramento del cinque per cento e le quote di genere. Ci saranno in tutto in Sicilia 246 consiglieri provinciali, 61 assessori e naturalmente nove presidenti. In tutto 316 politici eletti che costeranno ogni anno circa undici milioni di euro.