Venerdì santo tra fede e devozione

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In un silenzio quasi irreale la città ieri sino a tarda sera ha accompagnato la processione del venerdì santo per le vie principali del centro storico. In migliaia hanno presenziato lungo tutto il percorso per assistere alla processione del Cristo morto e dell’Addolorata, evento caratteristico per le sue modalità e per il suo significato, secondo soltanto all’appuntamento di giugno dedicato alla Patrona.

Come da tradizione la processione è partita dalla chiesa di Sant’Oliva, nella centralissima piazza Ciullo. Da qui si muove l’urna a vetri di Gesù deposto e la “vara” di Maria Addolorata, vestita di viola riccamente ricamata e col mantello nero gemmato in oro.

I due imponenti simulacri sono preceduti da una lunga e duplice fila di fedeli, molti dei quali scalzi e con la partecipazione dei bambini vestiti da Samaritane, Giuditte e altri personaggi. Questo è l’aspetto più “tradizionale” e per certi versi folcloristico della processione, fortemente sentito dalle famiglie che ogni anno vestono i propri figli per farli partecipare attivamente con abiti dell’epoca, ricostruendo in questo modo gli ambienti dell’epoca in cui visse Gesù.

Sia la bara del Cristo morto che il simulacro dell’Addolorata sono portati in spalla dai congreganti che per l’occasione vestono di nero con una corona di spine sul capo e l'”abitino” sulle spalle e sul petto. I confrati accompagnano il gruppo del Cristo Morto mentre le donne, le consorelle, il gruppo della Madonna Addolorata

La funzione più suggestiva della Settimana Santa ad Alcamo si svolge alla mezzanotte del Sabato. Nella Chiesa Madre, con un meccanismo nascosto alle spalle dell’altare principale, viene lanciata in alto la statua di Gesù Risorto.