Uno spot per incentivare la differenziata

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    Duemilacinquecento alunni partecipanti, nove ditte per il recupero dei rifiuti coinvolte e uno spot vincitore per incentivare l’abitudine a fare raccolta differenziata. Sono questi i numeri del progetto di educazione ambientale “Rifiuti = emergenza o risorsa?”, promosso dalla Provincia di Trapani e giunto alla sua fase finale. Martedì 22 maggio, dalle ore 9.30 alle 12, nei locali dell’Aula Magna del Polo Universitario, sul Lungomare Dante Alighieri di Trapani, saranno presentati i video realizzati dagli alunni degli istituti scolastici che hanno aderito all’iniziativa.

    Al termine del workshop, si terrà la premiazione di quello scelto per diventare lo spot ufficiale della Provincia. Proprio al fine di contribuire al cambiamento delle abitudini e dei comportamenti nell’ottica della sostenibilità ambientale, nei mesi scorsi l’amministrazione provinciale ha avviato il progetto “Rifiuti = emergenza o risorsa?” volto alla riduzione dei rifiuti nelle discariche e alla valutazione del rifiuto come risorsa.

    L’iniziativa, che ha coinvolto 2500 ragazzi delle scuole di ogni ordine e grado e 9 ditte del territorio che effettuano attività di recupero dei rifiuti, ha avuto una prima fase operativa con le visite dei ragazzi nei centri che effettuano attività di riciclaggio dell’immondizia. Contestualmente, agli alunni degli istituti che hanno partecipato è stato chiesto di produrre uno spot pubblicitario in grado di veicolare e diffondere la cultura della raccolta differenziata. Il workshop di martedì sarà l’occasione per proiettare tutti i video realizzati e premiare quello vincitore, che diventerà spot ufficiale della Provincia di Trapani.

    “La chiave di volta di questo progetto è rappresentata dagli stessi ragazzi che vi hanno partecipato – dichiara Mimmo Turano, presidente della Provincia di Trapani –. Oggi più che mai è necessario ridurre la quantità di rifiuti presente nelle discariche ed incentivare l’abitudine tra i cittadini a fare raccolta differenziata. Per riuscirci, occorre educare a questo tipo di comportamento. Così – conclude –, trattandosi di un problema culturale, va affrontato sin dall’età scolastica”.