Uil Trapani, Parisi: “Non esistono centri antiviolenza nel trapanese”

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“In provincia di Trapani non esistono centri antiviolenza aderenti alla Rete di Relazioni promossa dalla Regione Sicilia per contrastare la violenza di genere, il che significa che c’è ancora molto lavoro da fare in questo territorio a tutela di chi è vittima di violenza”. Ad affermarlo Antonella Parisi, segretaria confederale della Uil Trapani, con delega alle Pari Opportunità, proprio in occasione della Giornata Internazionale contro la violenza sulle donne. Il dato allarmante emerge dallo studio del “Forum permanente contro le molestie e la violenza di genere 28 maggio 2015” della Regione Sicilia. “È importante non dimenticare le dimensioni della violenza contro le donne nel nostro Paese – afferma -, i cui numeri continuano oggi ad essere allarmanti. Sono 6 milioni 788 mila le donne che hanno subito, nel corso della propria vita, una qualche forma di violenza fisica o sessuale. Di queste solo l’11,8% denuncia gli abusi subiti. Sono questi i numeri che emergono dal Rapporto Istat del 5 giugno del 2015, numeri che fanno orrore e che ci fanno capire che per scardinare il muro di silenzio che avvolge tante, troppe, donne c’è ancora tantissimo da fare, soprattutto in un territorio come quello trapanese in cui il numero dei centri antiviolenza aderenti alla Rete di Relazioni promossa dalla Regione per contrastare la violenza di genere, è zero su un totale di 11 nella regione”. Per quel che riguarda i centri di ascolto presenti sul territorio Parisi sottolinea come “eccezion fatta per quello gestito dalla ex Provincia Regionale di Trapani, si tratta di strutture private e gestiti da persone di buona volontà insieme a professionisti volontari che fanno quello che possono, ma che non sempre riescono a garantire un aiuto concreto proprio a quelle donne che più di altre avrebbero bisogno di essere seguite in un percorso che vada oltre l’ascolto, e che possa svolgersi in ambienti protetti. Le case di accoglienza, private e convenzionate, sono, infatti, insufficienti e spesso riservate principalmente alle mamme con minori”. Mentre sono 51 le case d’accoglienza per gestanti, ragazze madri e donne in difficoltà presenti nella regione, di cui 5 in provincia di Trapani. 41 quelle che in Sicilia, tra il 2011 e il 2014 hanno accolto donne vittime di violenza, 4 sulle 5 esistenti nel trapanese. E sempre in riferimento a questo periodo emerge che nell’86% dei casi si tratta di violenza documentata da denuncia e/o referto medico. La responsabile Pari Opportunità della Uil si rivolge alle istituzioni locali chiedendo “come le stesse stiano affrontando tale emergenza, quali iniziative, quali investimenti stiano promuovendo ai fini di un miglioramento della capacità di accoglienza e prevenzione del fenomeno”. Infine lancia un appello alle scuole “perché introducano nei propri piani formativi, i princìpi di educazione alla parità di genere e dunque di prevenzione delle violenze e delle discriminazioni, previsti dalla legge 107/2015 di recente approvazione”. La scuola, infatti – conclude – può essere fondamentale per superare il modello culturale maschilista, che non concepisce le donne in posizioni di pari potere, e che riproduce anche in famiglia una concezione dei rapporti fondata sulla gerarchia e sul possesso”.