Troppo parlare del passato ha fatto dimenticare il presente

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    Qual è la situazione reale della criminalità organizzata ad Alcamo, Castellammare e di conseguenza negil altri comuni del trapanese e siciliani in genere.

    Le cronache ci avevano abituati a discutere di commissioni di esponenti di uomini d’onore con rappresentanti di famiglie che si riunivano e ad avere ben delimitati spazi d’azione e di controllo ma forse non funziona più così. Forse anche l’aver parlato più nei convegni e nei mass media di cose di vent’anni fa e basta non ha giovato al’opinione pubblica sapere qual è la situazione reale della criminalità organizzat.

     

    E poi gli scenari non sono fatti solo di esponenti magari siciliani e basta come classicamente si è abituati a pensare. Ci sono anche gli stranieri, le mafie straniere che da tempo, secondo le relazioni della Direzione Distrettuale Antimafia che presenta i rapporti al Parlamento, sono attive. Quindi dopo l’operazione della Polizia di Alcamo e della squadra Mobile di Trapani ad Alcamo e Castellammare le cose appaiono diverse.

    Le ultime operazioni di Polizia, Carabinieri e Guardia di finanza avevano tagliato le teste dei vecchi comandi ma altri ora ne spuntano. E stava per scoppiare addirittura forse anche una guerra di mafia per il controllo del territorio. Facce non nuove agli inquirenti visto che la maggior parte era già stata oggetto di indagini e condanne processuali ma ancora non si era parlato pubblicamente e ufficialmente di clan e bande e organizzazioni che si muovevano autonomamente negli attentati, nelle estorsioni e di conseguenza anche in tutti quei reati che interessano la manovalanza e le organizzazioni criminali.

     

    La società cambia e cambia anche la mappa delle organizzazioni criminali, piccole o grandi che siano. Forse il continuare a parlare un po romanticamente a questo punto di cose di vent’anni fa e basta con i Corleonesi di Riina quasi tutti in galera e i vecchi capimafia storici pure non giova alla conoscenza dell’opinione pubblica e delle reali situazioni delle città. Forse davvero gli unici che hanno sempre tenuto alta la guardia sono stati gli inquirenti, magistrati e  forze dell’ordine che hanno continuato a fare indagini mentre tante altre realtà, forse per un romanticismo letterario, hanno preferito urlare ancora su papelli, mafie passate, omicidi di venti, trent’anni fa, quaranta, addirittura anche sessant’anni fa che hanno si la loro dignità ma è anche vero che responsabili e situazioni sono in gran lunga stati individuati e in molti casi anche assicurati alla giustizia o morti anche se sapere tutta la verità delle tragedie di mafia è un sacrosanto dovere e diritto civile.

    La società è cambiata e non solo come struttura dunque civile e politica ma anche nella mappa della criminalità e non sarebbe male cominciare a riflettere sui nuovi scenari che già operano ma che alla conoscenza dei cittadini arrivano solo ora o da poco.