Trapani, poste private nel mirino della Gdf

0
470

TRAPANI – Anche in provincia di Trapani finiscono nel mirino le agenzie delle Poste private. Non vengono risparmiate dall’operazione a tappeto “Lost Pay” portata avanti dalla guardia di finanza in tutto il territorio siciliano. Anche i trapanesi sono finiti nella rete dei presunti raggiri di questi titolari delle agenzie che in sostanza non avrebbero mai girato i soldi incassati dagli utenti per il pagamento delle varie bollette. La violazione contestata sarebbe quella del Testo unico delle leggi bancarie con pratiche di servizi abusivi di pagamento. A coordinare le operazioni la guardia di finanza del comando provinciale di Palermo su input dalla Procura del capoluogo siciliano. Contestati i reati di truffa e appropriazione indebita. I titolari di due network sono stati denunciati. In tutto sono stati sequestrati quasi 180 conti correnti utilizzati per il deposito delle somme illegittimamente incassate (circa 30 milioni in 18 mesi) tramite i pagamenti dei bollettini. L’indagine parte da una serie di denunce presentate alle Fiamme gialle del capoluogo siciliano da cittadini anche della provincia, che si sono visti sospendere la fornitura di luce, gas e telefono per il mancato pagamento delle bollette, nonostante gli utenti avessero provveduto a farlo presso gli sportelli delle poste private. La legislazione nazionale sulla liberalizzazione dei servizi postali, imposta dall’Unione Europea, prevede una doppia regolamentazione, basata sulla distinzione fra servizi postali propriamente detti (raccolta e recapito posta, raccomandate) e quelli prettamente finanziari (pagamento di bollettini, finanziamenti, F23, F24 e altro). Le agenzie sequestrate, sebbene fossero in possesso dei contratti di franchising con i rispettivi network di riferimento e dell’autorizzazione ministeriale, non sono risultate munite delle concessioni per poter effettuare i servizi di pagamento, non avendo provveduto all’iscrizione nell’apposito albo o, in subordine, alla eventuale affiliazione a qualche società autorizzata dalla Banca d’Italia. Le operazioni abusive, inoltre, avrebbero favorito la movimentazione di cospicue somme di denaro in violazione degli obblighi previsti dalla normativa antiriciclaggio. Cade così il mito delle agenzie postali private le quali hanno attirato la clientela favorendo le operazioni a prezzi inferiori rispetto a quelle delle Poste ma soprattutto perché meno intasate di gente e quindi con l’opportunità di fare tutto più velocemente. Uno solo dei due network finiti nel mirino dell’inchiesta ha effettuato operazioni per circa 30 milioni di euro.