Trapani: il sindaco Vito Damiano senza maggioranza

0
487

TRAPANI – Il capitano è sempre più isolato. Il sindaco di Trapani Vito Damiano rischia di fare la fine di Schiettino, il comandante del famoso naufragio della Costa Concordia su cui oggi sono scaricate per intero le responsabilità di quel fatto.  Sull’attuale primo cittadino invece, in carica da poco più di un anno, sono scaricate praticamente tutte le responsabilità politiche. Tanto che molti consiglieri lo hanno abbandonato ed oggi non può più neanche contare su una maggioranza. Il primo a lasciare la squadra era stato Salvo Pumo, seguito a ruota questa mattina dall’intero gruppo di “Autonomia per Trapani”, composto da Vito Mannina, Nick Giarratano e Giorgio Colbertaldo. Motivo della rottura la questione dei rincari della Tares, la nuova tassa sui rifiuti. “Avevamo detto a sindaco ed assessore alle Finanze – ha dichiarato Mannina – di strappare quella delibera, ma non ci hanno ascoltato. Usciamo dalla maggioranza e ci chiediamo chi rappresenti. Non certo la città. Se avessimo avuto un assessore in Giunta lo avremmo fatto dimettere. Non siamo governati dalla politica ma dalla burocrazia. Qualcuno, prima o poi, dovrà assumersi la responsabilità di avere proposto Damiano”. Ora l’opposizione può contare su 16-17 consiglieri, cifra non ancora ben stabile perché qualche esponente del civico consesso con mal di pancia non è uscito ancora ufficialmente allo scoperto. L’opposizione ora è composta da Uniti per il Futuro, Partito Democratico, Autonomia per Trapani, Forza Italia e gruppo misto. Fanno parte del “misto” Franco Briale, Nino Bianco, Domenico Ferrante e Pumo. Sempre più lontano dalla maggioranza e dall’amministrazione è il consigliere Michele Cavarretta, che presto potrebbe aderire al Pd in quota alla componente che si riconosce nel segretario nazionale Matteo Renzi. La coalizione che sostiene Damiano ha ormai da 12 a 13 consiglieri. Al gruppo del Nuovo Centrodestra, si affianca il gruppo del Mir, i Riformisti ed Insieme per Trapani, con Cavarretta che deve sciogliere la riserva. Da verificare la posizione di Silvio Mangano e di Felice D’Angelo che però, almeno ufficialmente, fanno parta dello schieramento a sostegno del primo cittadino. Frontale l’attacco del consigliere di Forza Italia Francesco Salone: “Su 90 città capoluogo – denuncia – l’aumento della Tares a Trapani è secondo soltanto a Pescara ed ha dietro Reggio Calabria. Qui l’aumento è stato del 150 per cento, in altre città non ha superato il 50 per cento e c’è chi è riuscito a ridurlo al 7 per cento. Nessuno ci ha ancora detto perché il costo del servizio è lievitato da 10 a 14 milioni di euro. Quando abbiamo chiesto spiegazioni sul piano finanziario presentato dalla Trapani Servizi nessuno ci ha mai dato una risposta”. Per il consigliere Franco Briale “si poteva applicare la Tares leggera, la Tarsu con la maggiorazione per lo Stato” secondo cui l’amministrazione comunale ha voluto mettere le mani nelle tasche dei trapanesi. Stessa posizione assunta dagli esponente del consesso Giovanni Vassallo, Nick Giarratano e Giuseppe Ruggirello.