Trapani: colate di cemento selvaggio

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La provincia di Trapani si conferma terra del mattone selvaggio. Alcamo città principe di un territorio dove ancora oggi si moltiplicano le colate di cemento. Triste primato confermato dalla Regione e dall’ultima attività di controllo in Sicilia sui fabbricati sconosciuti al Catasto. Trapani è la quarta provincia dell’isola per numero di unità immobiliari urbane non censite nella banca dati catastale. In pratica si tratta di case abusive, sconosciute totalmente all’Agenzia del Territorio e a quella delle Entrate, in pratica degli immobili fantasma che non hanno mai pagato un centesimo di imposte e che mettono a rischio l’ecosistema territoriale. Il trapanese conta ben 11 mila 476 unità immobiliari che di fatto sono censite ma di cui non vi è traccia al catasto. Peggio fanno solo Palermo, Agrigento e praticamente per un soffio è sopra Catania. Segno evidente di un territorio, quello trapanese per l’appunto, che ha fatto e continua a fare del mattone selvaggio un enorme business. Nona caso il valore catastale di questi immobili fantasma è enorme: la rendita è pari a quasi 5 milioni di euro, oltre il 10 per cento del totale dell’intero territorio siciliano. Neanche a dirlo questo poco edificante record è frutto del fenomeno delle costruzioni realizzate sul mare che non risultano ovviamente da nessuna parte. Cinquemila sono a Marsala, ma a fare la parte del leone è senza dubbio Alcamo marina. Una vera e propria città fantasma, dove decenni di speculazioni edilizie hanno portato ad un diffuso scempio di cui ancora oggi il litorale paga un conto salatissimo essendo in parte off limits a causa del divieto di balneazione. Storia diversa questa rispetto alle altre perché Alcamo marina è stata oggetto anche di una commistione di interessi tra pubblico, privato e politica che hanno portato negli anni ad una immensa distesa di cemento che in realtà nella stragrande maggioranza non è paradossalmente abusiva. Infatti da queste parti le concessioni sono state incredibilmente date dal Comune ma per effetto di poco chiari meccanismi. Non si spiegherebbero altrimenti le centinaia di abitazioni sotto la linea ferrovia, la maggior parte delle quali addirittura poggia sul mare. Ma l’effetto abusivismo non è storia per Alcamo ma anche presente. Lo dice l’assessorato regionale al Territorio e Ambiente che nell’ultimo “Rapporto sull’abusivismo edilizio e sullo stato di definizione delle istanze di sanatoria edilizia” viene fuori che Alcamo è al primo posto in provincia di Trapani per “numero degli abusi e della volumetria realizzata”: 23 mila metri cubi su un totale di 64 abusi certificati quando nell’intero territorio provinciale si registrano 98 mila metri cubi di cemento selvaggio. Esempio del degrado della costa alcamese l’ecomostro del Motel Beach, che da indagini successive si scoprì essere il quartier generale dei clan di proprietà del boss Vincenzo Rimi. Una struttura chiusa e che rimane ancora lì, nel suo grigiore, nell’inerzia delle autorità competenti. L’esempio concreto di quando la mafia batte lo Stato.