Tante strutture ricettive chiuse, poche prenotazioni per Pasqua. Settore in crisi

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Oltre 170 imprese hanno cessato l’attività in Sicilia, per l’esattezza 175 a fronte di 111 nuove aperte, con un saldo in negativo di 64 aziende. Questa la fotografia del settore ricettivo-alberghiero nella nostra isola; una situazione che fa da cartina di tornasole agli effetti causati dal covid e dalla lunghissima pandemia.  I dati siciliani vengono fuori da una dettagliata indagine effettuata, a livello nazionale, da Assoturismo Confesercenti: un bilancio certamente pesante che potrebbe far piangere di meno se si mettesse in correlazione con il resto dell’Italia in cui, nel 2021, sono andate in fumo 4.116 attività del settore turistico che sono state compensate in piccola parte dalle nuove aperture: 1.916 nuove aziende per un saldo, a livello nazionale, di – 2.200 attività in dodici mesi. Si tratta del dato peggiore dell’ultimo quinquennio.

La Sicilia, tutto sommato, rispetto ad altre regioni, pare tenere ma a Pasqua si profila un altro possibile crollo. Secondo Vittorio Messina, presidente nazionale di Assoturismo e di Confesercenti Sicilia, la maggior resistenza delle imprese turistiche isolane è da spiegare con il fatto che, “per la maggior parte, si tratta di strutture medio piccole e di proprietà, non in affitto, dunque con meno rischi di saltare”. Nonostante ciò il 2022 promette male infatti la quarta ondata pandemica ha sostanzialmente cancellato gennaio e febbraio, mentre la primavera partirà al rallentatore con solo il 15% delle camere già prenotate su tutto il territorio isolano.

“Mentre per Pasqua, se nell’era pre-Covid a febbraio registravamo già il 40% di prenotazioni di questi tempi – ha ripreso il presidente di Assotursimo – oggi riceviamo pochissime telefonate. Per non parlare dell’estate per la quale, ancora, non c’è praticamente nulla”. Insomma la situazione è veramente difficile e a pesare, oltre alla quasi totale assenza del turismo straniero, è anche il blocco degli eventi e dei viaggi di lavoro, dunque del settore della convegnistica, dove ha ormai preso il sopravvento l’effetto “Zoom”: anziché organizzare un meeting in albergo, lo si fa in video conferenza.

Assoturismo e Confesercenti invocano, per salvare la stagione, regole chiare sulle modalità della ripartenza della mobilità turistica, a partire da eventuali obblighi, che dovranno essere in linea nei tempi e nei modi con il resto d’Europa, ma bisogna farlo immediatamente perché la concorrenza, Francia, Spagna e Grecia in primis, hanno già riaperto da tempo, “e nel nostro settore chi arriva ultimo alla riapertura – ha concluso Messina – ha perso in partenza”.